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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandameutije Comuni del Circondario di Messina
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   Monforte San Giorgio (3607 ab.). — In posizione amenissima, in vetta ad un alto monte, con ampia veduta sul Mediterraneo ed una fortezza fondata da Federico 11. Scuole elementari, ospedale, ecc. Grano, olio, vino con notevole esportazione.
   Cenni storici. — Anticamente fu feudo, con titolo di principato, della famiglia Moricada dei principi di Calvaiuso.
   Coli, elett. Milazzo — Dioc. Messina — P2 T. a Spadafora San Martino.
   San Pier Niceto (5063 ab.). — Sorge ni territorio fertilissimo e in amena situazione, a breve distanza dal Mediterraneo e a 6 chilometri da Milazzo, con parecchie case e chiese di bell'aspetto. Piccolo ospedale fondato sin dal 1613. Cereali, vino, olio e frutta di cui si fa traffico.
   Coli, elett. Milazzo — Dioc. Messina — P2 ivi, T. a Spadafora San Martino.
   Mandamento di ROMETTA (comprende 6 Comuni, popol. 15,839 ab.). — 11 territorio stendesi a sud per 33 chilometri sino a quello di Scaletta bagnato dal Jonio e per 0 chilometri a nord sino al Tirreno Prodotti principali: olio, lino e seta; vi prosperano a meraviglia gli agrumi con varietà di frutta. Pascoli estesi e bestiame abbondante. Purissime e copiose le acque.
   Rometta (4116 ab.). — Piccola ma elegante città a cavaliere, sopra un monte, dei sottostanti dipendenti Comuni, con due porte presso cui veggonsi i ruderi dei grandi e forti castelli che la rendevano anticamente inespugnabile. Fu cinta, non ha gran tempo, di nuove mura, restaurata ed abbellita, essendoché l'orribile tremuoto del 1783 l'avesse distrutta quasi per intiero. L'aria vi è pura e salubre 111 tutte le stagioni dell'anno, coinè attesta l'antico maestoso edilìzio fatto costruire sulla collinetta che ergesi in mezzo alla città da Federico II che vi si recò per ristabilirsi in salute. Ospedale; Monte di prestiti; scuole elementari maschili e femminili; casino. Setifìcii ed industria di tele seriche per stacci e veli per buratti, esclusiva 111 Sicilia; di codesti tessuti Itoinetta provvede non solo tutta l'isola, ma anche le Calabrie ed altri luoghi del continente.
   Cenni storici. — Lo storico Amico e il De Burigny (Storia generale di Sicilia) ritengono che Rometta sia d'origine anteriore all'èra volgare e sorga sul luogo dell'antica Pi.cus, detta dal primo vetus oppidum, quella Pixus che fu accresciuta di colonie da Micito, signore di Messina.
   Siffatta opinione è confermata dalle scoperte d'idoletti dei tempi del Gentilesimo e di medaglie greco-sicule coll'inipronta di una lepre, attribuite dagli storici al greco Anasilla, distruttore di Zancle e fondatore di Messina, a cui succedè nel governo il servo Micito in qualità di tutore dei figli di lui.
   Rometta, detta dal Fazello (De Rei. Sic., lib. 10, p. 417) oppidum munitissimum, prese parte, nel secolo decimo, alla battaglia combattuta sotto le sue mura fra i Greci imperiali ed i Saraceni, assalendo questi ultimi alle spalle, come leggesi nella Storia generale della Sicilia di A. F. Ferrara (111, 47-51, Palermo 1831) e nelle Memorie storiche di Sicilia di G. B. Caruso (lib. 10, parte I, p. 658, Palermo 1716). Il normanno Ruggero rivolse a Rometta i suoi primi disegni di conquista e quivi recossi quando pose piede per la prima volta m Sicilia, tornandovi in seguito per impadronirsene dopo presa Messina (Ferrara, Storia generale della Sicilia, tu, p. 75-78).
   Di non lieve importanza furono quindi le gesta di Rometta nelle successive guerre angioine. Pei servigi rilevanti resi ai sovrani aragonesi fu arricchita di privilegi e favori, compreso quello dì godere di tutte le immunità e i privilegi di Messina con la quale visse sempre in stretta alleanza ed ebbe comuni le armi nelle tre torri (Vito Amico, Lex. Sic.). Da ciò la condizione cospicua di Prometta, città demaniale, l'antica sua grandezza, il titolo di baronia feudataria e l'estesissimo suo territorio, il quale comprendeva, come suoi casali, Bauso e Calvaruso, insieme ai cinque Comuni