Mandamenti e Comuni del Circondario di Castroreale
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posizione in faccia alla città, risoluto di aspettare l'attacco, essendo la posizione dei Garibaldini troppo forte da poter essere presa d'assalto.
Il giorno 16 luglio passò in apparecchi e in ricognizioni; ina all'alba del 17 una colonna di 1500 Borbonici, con 4 pezzi di artiglieria e uno squadrone di cavalleria, usciva da Milazzo per occupare i colli di Santa Lucia. L'avanguardia del Siedici si slanciò furiosamente all'assalto, ma fu costretta a dare addietro dalla cavalleria, per guisa che l'esito rimase incerto per alcune ore e la confusione introdottasi nelle (ile dei Garibaldini poteva loro riuscir fatale senza il coraggio e l'energia dei capi. Ili questo primo scontro non presero parte che 380 volontari contro 1500 Borbonici, e dei primi, 10 circa, caddero morti, e 15 rimasero prigionieri
I Borbonici, per trar profitto del leggiero vantaggio ottenuto in grazia della cavalleria, non tardarono ad allestire una seconda sortita con animo di occupare le posizioni di San Filippo; ma il Medici mandò tostamente nuove e fresche truppe alla custodia di quei passi, ordinando un modo più acconcio di difesa. Verso le 5 e mezzo del pomeriggio i Napoletani uscirono una seconda volta da Milazzo credendo di cogliere il nemico alla sprovveduta. Le loro forze erano raddoppiate, il piano ben concertato, ma i volontari sentivano che in quel giorno avevansi a decidere le sorti della Sicilia e che bisognava vincere o morire.
Vi fu un momento tremendo, quando, smascherati improvvisamente i cannoni borbonici, i volontari trovaronsi a pochi passi dalle loro bocche minacciose; mai Napoletani tentennarono, e tutto ad un tratto i volontari, avventandosi con le baionette calate ed al grido di Vittoria! Vittoria! sui due cannoni, ottennero il trionfo della giornata. Questo fatto d'armi accadde nella contrada Corriolo.
II Medici s'affrettò ad inviare al dittatore Garibaldi il bollettino seguente :
Il nemico rinnova l'attacco con maggiore energia e maggiori forze. Combattono 3000 uomini sulla nostra destra contro 500 dei nostri. Il combattimento durò più di due ore con fuoco ben nudrito e continuato. Il nemico ha bombe e cannoni con posizioni bene scelte — resiste energicamente — due cariche alla baionetta dei nostri decidono della giornata. — L'inimico si ritira in Milazzo — ha sofferto gravi perdite di morti e feriti — noi pochi morti, ma molti feriti. — Abbiamo fatto parecchi prigionieri. — Lo spirito dei volontari è ammirabile „.
Bosco, che aveva preso il comando della città di Milazzo in luogo del comandante Torrebruna, fece ripiegar le sue truppe nella posizione apparecchiata a sud dell'istmo e chiese rinforzi al Clary, comandante a Messina, il quale mandò soltanto un battaglione a surrogare quello che Bosco aveva lanciato a Gesso e che avviossi a Milazzo ove giunse iì 18.
Il Medici, dal canto suo, domandò rinforzi al Garibaldi in Palermo, il quale era ora in grado di mandargliene. Il 3 luglio infatti era giunta in Palermo l'avanguardia di una nuova spedizione dall'Alta Italia, quella del colonnello Cosenz (ora capo dello Stato maggiore generale); questa avanguardia annoverava 340 uomini e fu susseguita, il 6, dal rimanente della colonna di 1200 combattenti. Il Cosenz era già in via per raggiungere il Medici col quale esaminò il 15 le posizioni.
Argomentando dai dispacci del Medici la gravità della sua situazione, anche Garibaldi s'imbarco il 18 luglio a Palermo con un migliaio d'uomini di vari corpi, approdò il 19 a Patti e corse al quartier generale del Medici precorrendo i rinforzi che conduceva. L'istesso giorno rapidamente salì col suo Stato maggiore in Santa Lucia del Mela, e così, dal convento di S. Francesco, osservò col cannocchiale le precise posizioni di Milazzo e campagna. Quel Municipio, con idea civile e utile alla storia futura, fece incidere in marmo una iscrizione commemorativa nel luogo istesso da dove il Generale osservò il teatro della vegnente battaglia. L'iscrizione è questa: Il Generale Garibaldi —• Seguito dai commilitoni Medici e Cosenz — Nel meriggio del