Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (486/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (486/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   4.6(3
   Parte Quinta — Italia Insulare
   una congiura per dare la Sicilia al re di Francia, ma fu scoperta e i capi furono giustiziali. Nel 1718 fu presa dai Tedeschi e assediata dagli Spagnuoli, che dovettero però levar l'assedio per essere sopraggiunto agli assediati un rinforzo di Napoletani e d'Inglesi.
   Ma Milazzo va ora principalmente rinomata nell'istoria per la vittoria di Garibaldi sui Borbònici del 20 luglio 18GQ, vittoria che verremo qui narrando brevemente.
   Battaglia di Milazzo.
   Dopo lo sbarco a Marsala, la vittoria dì Galatafimi e la presa di Palermo, che abbiamo già descritte, Garibaldi proseguì la sua marcia vittoriosa verso il mezzodì della Sicilia e lo stretto di Messina e trovò i Borbonici, sotto il comando dell'energico colonnello Bosco, apparecchiati alla resistenza.
   Descriviamo in prima rapidamente il teatro della battaglia.
   Una strada bene stabilita mette da Milazzo verso sud; seguitando codesta strada si attraversano in prima i giardini e le case dei sobborghi e quindi l'istmo; più lungi si arriva pel villaggio di S. Pietro al torrente di Meri, o Santa Lucia, e quindi al villaggio di Meri. Da Meri battendo sempre la medesima strada, che piega un po' a nord, si arriva a Barcellona situata alla distanza di tre miglia.
   A sud della penisola di Milazzo sorge, sulla catena di montagne, la piccola città di Santa Lucia, la quale si rannoda per San Filippo e San Pietro, di dove una strada va a est, a Gorriolo, sulla sponda del torrente omonimo, ed un'altra va a ovest a Santa Marina presso la foce del Meri. Da Santa Lucia una strada attraversa il torrente Gorriolo e poscia il paesello di Pace sulla sponda destra per metter capo ad Archi. Questo piccolo territorio doveva divenir tosto il teatro di serii e decisivi combattimenti.
   Il prode generale Medici, milanese, morto poi il 9 marzo 1882 a Roma, aveva esteso le sue ricognizioni senza incontrare ostacoli sino alle alture di Gesso, al passo che mette, a traverso le montagne, a Messina.
   Il 10 luglio la sua avanguardia entrò in Barcellona. I Napoletani frattanto avevano rafforzato la guarnigione di Milazzo coll'intiero primo reggimento di linea e altre truppe da Messina. 11 Medici, argomentando che sarebbe stato tentato probabilmente un assalto contro Barcellona, stimò doversi star pago pel momento alla difesa di quella città e scelse a tal uopo la posizione di Meri-Earcellona ove concentrò, il 14 luglio, le sue schiere, mobilitando, per rinforzarle, la guardia nazionale e chiamando alcuni distaccamenti di Corpi franchi siciliani.
   L'ala destra della posizione era formata da Santa Lucia con un posto avanzato verso San Filippo, fra il Floiipotoma o Gorriolo ed il Meri ; l'intiera posizione aveva una lunghezza di cinque miglia e il Medici non disponeva che di 2500 uomini per difenderla. A Meri, due piccoli cannoni rinvenuti a Barcellona, erano stati posti in batteria ed infilavano lo stradone nella direzione eli San Pietro.
   Il 14 luglio il colonnello Bosco partì da Messina con la sua colonna composta di quattro reggimenti fucilieri con 4800 uomini ; il 15° di linea con 1000 uomini; due squadroni di dragoni con 120 uomini ; artiglieria con 380 uomini. In totale 6300 uomini circa e 12 pezzi da campagna.
   I Garibaldini componevansi soltanto della Divisione Medici con 2400 uomini e della Brigata toscana, sotto it Malenchini, con 700 uomini. In totale 3100 uomini e 3 cannoni, se due vecchi pezzi da 12 di marina ed un antico da 6, fuso nell'ultima metà del secolo XVII, meritano codesto nome.
   Bosco lasciò a Gesso un battaglione per custodire quel passo importante nella montagna e giunse lo stesso giorno col rimanente delle sue forze a Spadafora; il 15 eia a Milazzo. Lasciando la guarnigione nella fortezza suddescritta, scelse un'eccellente