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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario'di Messina
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   buon porto; e questi vantaggi che derivava dalla sua situazione naturale la rendevano un luogo di molta importanza pei Messaniani, come quella che assicurava le loro comunicazioni con la costa settentrionale dell'isola.
   Seillace (p. 4, § 13) ne parla come di una città e porto greco e la sua fortezza
   0 castello è mentovata da parecchi scrittori antichi. La prima notizia storica della città rinviensi nel 427 av. C., quando la squadra ateniese, sotto Laches, stanziata a Reggio, diede l'assalto a Mile. Essa era difesa dai Messaniani con una forte guarnigione, ma fu costretta ad arrendersi agli Ateniesi ed ai loro alleati i quali mossero allora contro Messana stessa (Tucid.. ni, 90; Diod., xn, 54).
   Dopo la distruzione di Messana pel generale cartaginese Imilcone, Mile pare scuotesse per qualche tempo la sua dipendenza; e nel 394 av. G. i Reggiani, sgomenti alla restaurazione di Messana per Dionisio, ch'essi consideravano come diretta contro di loro, stabilirono a Mile gli esuli di Nasso e di Catana, con intento di creare un contro-antemurale alla potenza nascente di Messana. 11 disegno però non riuscì;
   1 Reggiani furono sconfitti e i Messaniani ricuperarono Mile (Diod., xiv, 87).
   La città è di bel nuovo ricordata durante la guerra di Timoleone in Sicilia, e nel 315 av. C. fu strappata ai Messaniani da Agatocle, il quale fu però tosto costretto a restituirla (Plut., Timol., 37). Nella vicinanza immediata di Mile altresì i Mamertini furono sconfitti in una grande battaglia da Cerone di Siracusa nel 270 av. C. quantunque il fiume Longmìo, sulle cui sponde fu combattuta, non si possa identificare con certezza.
   È probabile che, anche dopo la conquista romana della Sicilia, Mile continuasse ad essere ima dipendenza di Messana per tutto il tempo che codesta città godè della sua condizione privilegiata di foederata civitas; quindi è che non trovasi menzione del suo nome nelle Verrine di Cicerone, ma al tempo di Plinio aveva acquistato gli ordinarli privilegi municipali delle città siciliane.
   Non pare però acquistasse mai grande importanza e fu in quel periodo intieramente ecclissata dalla vicina colonia di Tindari. Ma, la forza della sua posizione come fortezza fece sì che nell'evo-medio ella attrasse l'attenzione dei re normanni del pari che di Federico II, e, quantunque negletta al dì d'oggi, è sempre un'eccellente posizione militare.
   La baia di Alile va rinomata nell'istoria antica per due grandi azioni navali. La prima fu la vittoria della squadra romana sotto il comando di C. Duilio sopra la cartaginese nella prima guerra punica (260 av. C.), in cui il console romano, mediante l'invenzione dei così detti Corvi o ponti d'arrembaggio, sconfisse pienamente la squadra cartaginese catturandole 50 navi (Pol., 1, 23). Ben a ragione perciò fu dato il nome del console Duilio ad una delle più grandi e formidabili corazzate del nuovo regno d'Italia e dell'Europa. Più di due secoli dopo, nella medesima baia di Milazzo, Agrippa, che comandava la squadra di Ottaviano, sconfisse quella di Sesto Pompeo nel 36 av. C. Egli si avanzò dall'isola d'Hiera (Vulcano), ove stanziava con la squadra, mentre le navi di Pompeo stavano schierate lungo la spiaggia della baia. Dopo questa battaglia Agrippa s'impadronì di Mile del pari che di Tindari; e qualche tempo dopo sbaragliò di bel nuovo la squadra di Pompeo in una seconda e più decisiva battaglia fra Mile ed un luogo detto Naidaco. Codesto nome è ignoto, ma pare fosse situato nei pressi del capo Rasocohno, il promontorio Falacrio di Tolomeo (Appian., B. C,, v, 195, ecc.; Svet., Aug., 16).
   Nel medio evo (1268) 24 galee pisane, guerreggianti per Corradino, riuscivano vittoriose sopra 22 galee francesi ed altre messinesi. Nel 1282 Milazzo fu occupata da truppe Angioine e nel 1326 fu devastata dalle truppe di re Roberto di Napoli che mandò a pigliarne possesso anche nel 1341. Sottomessa nel 1346 dal re Lodovico di Sicilia, tentò ribellarsi, ma fu ridotta ben tosto ad ubbidienza. Nel 1523 vi fu ordita