Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (484/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (484/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   4.6(3
   Parte Quinta — Italia Insulare
   rammentano Sant'Elmo; :1 promontorio lungo e ondulato, Posilipo; le isole Lipari, Capri, Ischia e Precida. Non manca che il Vesuvio; ma l'Etna, incappellato di neve, ergesi lontano nel fondo sopra le vette dentate dei monti e il popolino suol dire scherzando ch'esso produce in pochi anni uno o due Vesuvii e che il vulcano di Napoli non è che un nipotino del vecchio e colossale Mongibello „.
   La città bassa non ha riè mura nò fortificazioni, ma è adorna di belle strade, di chiese, di vari edilizi e di un'ampia piazza con in mezzo una vaga fontana fregiata di statue marmoree. Nella città alta è cospicua l'antica fortezza, o il castello (ora prigione) composto di un maschio circondato da un muro con torri quadrate, racchiuso in un altro con torri rotonde e il tutto in un'antica linea bastionata. Vestigia dei tempi normanni scorgonsi nelle porte ad arco acuto in certune torri — particolarmente in quella detta torre Moresca — e in un'antica cappella dentro le mura; ma la parte principale delle fortificazioni è opera dell'imperatore Carlo V.
   Dall' alto del castello (96 metri) magnifico panorama delle ìsole Lipari e delle coste montagnose della Sicilia e della Calabria.
   La chiesa maggiore è del secolo decimoseslo, di bella architettura e con due quadri degli Apostoli Pietro e Paolo di Antonello da Saliba (1531) nella cappella del Crocefisso. Dall'ex-convento dei Cappuccini, in situazione deliziosa, godesi di un bel prospetto sulla città bassa e sul mare e di uno più bello ancora e più vasto verso capo eli Milazzo e la penisola ben coltivata, larga in media un chilometro e prolungantesi per circa 6 nel mare ove piomba scoscesa. Spazioso porto con estesa rada la quale offre sicurissimo asilo a tutti i bastimenti che, uscendo dal canale di Messina, diretti per tutto il ponente del Mediterraneo, vengono sorpresi da temporali del 4° quadrante, come a tutti quelli altri che devono imboccare il canale stesso quando in esso spirano forti venti del 2° quadrante. Era attivissimo il commercio d'importazione ed esportazione coll'lnghilterra, Francia ed il Levante, ma la linea ferroviaria curvilinea verso Messina, linea contrastata, da cui Milazzo tanto sperava per l'incremento del suo commercio, ha cagionato invece la sua rapida decadenza commerciale (1).
   Teatro comunale. Biblioteca civica, Scuola tecnica, Ospedale con sifilicomio, Congregazione di carità, Società operaia e di mutuo soccorso, due Circoli, Club dei mercanti, molti Consolati, Stabilimenti militari penali, ecc. Vino In quantità con grande esportazione, olio, agrumi, frutta, ecc. Estrazione d'olio dalle sanse di olive mediante il solfuro di carbonio, e fabbricazione del solfuro stesso. Molini a vapore; fabbrica per l'estrazione dell'alcool e del cremor di tartaro, quella delle conserve alimentali e molte altre, come tonno sott'olio, chiodi, pennelli, ecc. Banca di Milazzo, Banca popolare (succursale di Messina), armatori, commissionari, spedizionieri e rappresentanti.
   Cenni storici. — Milazzo è l'antichissima MuW, Mislae, o Mile, colonia greca fondata dai Zanclei, soggetta o dipendente per lungo tempo dalla città madre, Zancle o Messina. Il periodo della sua fondazione è incerto. Il tedesco Siefert, nella sua opera intitolata Zankle-Messana, p. 4, vorrebbe identificarla con la città chiamata Chersoneso da Eusebio, che ne fa risalire la fondazione nientemeno che al 716 av.C.; ma questa identificazione è impugnabile. Certo è però che Mile fu fondata prima d'Imera (64-8 av. C.), dacché, al dir di Strabone (vi, p. 272), i Zanclei a Mile presero parte alla sua colonizzazione.
   Mile stessa non pare salisse mai a grande importanza; e, dopo la rivoluzione che mutò il nome di Zancle in quello di Messana, continuò sempre nella medesima dipendenza da essa come in addietro. Era però una fortezza ben munita e con un
   (1) Vedi Basile, Le illecite protezioni nei tracciamenti delle ferrovìe d~mtÉia.