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l'arte Quinta — Italia Insulare
potere iti quella città. I suoi sforzi furon rivolti di buon'ora contro i Mamertini, e, dopo la presa di Reggio pei Romani nel 271 av. G., invase il loro territorio con un grosso esercito, sottomise la fortezza di Mylae e sconfisse i Mamertini in una battaglia sulle sponde del fiume Longano fora forse fiume di Santa Lucìa presso Milazzo), con tale un eccidio che furono al punto di ceder Messina stessa senza colpo ferire e la città non fu salvata che mediante l'intervento dei Cartaginesi sotto Annibale (Polib., i, 8, 9).
Gli eventi successivi non sono noti che oscuramente e la loro cronologia è molto incerta: ma i Mamertini par si accorgessero di non poter più tener fronte da soli a Gerone ; e mentre un partito era disposto a gettarsi nelle braccia dei Cartaginesi, un altro cercava protezione a Roma. Prevalse quest'ultimo e un'ambasciata inviata dai Mamertini a chieder l'alleanza dei Romani porse la prima occasione all'intervento dì codesto popolo negli affari della Sicilia e divenne origine della prima Guerra Punica nel 264 av. G.
Prima dell'arrivo dell'aiuto promesso da Roma il partito cartaginese prevalse di bel nuovo e la cittadella fu occupata da una sua guarnigione, ma fu cacciata dagli stessi Mamertini all'arrivo d G. Claudio ; e poco appresso il console Appio Claudio sbarcò a Messana e ne espulse successivamente i Cartaginesi e Gerone il quale aveva appunto conchiuso un'alleanza contro i Mamertini e posto l'assedio alla città con le forze combinate (Polib., 1, 11, 12: Diod., xxin, 1, 3; Zonar,, vili, 8, 9).
Messana era ora protetta da una guarnigione romana, e, durante l'intiero corso della guerra che seguì, continuò ad essere uno dei principali baluardi e la stazione primaria delle squadre di Roma in Sicilia, L'importanza del suo porto naturale del pari che la sua pronta comunicazione coll'Italia lo rendeva un punto d'importanza vitale pei Romani e i Mamertini o perduravano nella loro fedeltà od erano tenuti in freno dalla presenza continua delle armi romane.
Al termine della guerra essi ottennero il rinnovamento del trattato di alleanza e continuarono a godere dei privilegi nominali di una città alleata (focderata civilas) mentre erano passati in sostanza sotto il dominio di Roma (Cic., Verr., ni, 6).
Anche al tempo di Cicerone noi li troviamo sempre in questa condizione privilegiata ; come rilevasi dalle Verrine, Messana era certamente tn quel tempo una delle città più floride e popolose della Sicilia e Cicerone la chiama civitas maxima et completissima, esaltando i vantaggi della sua situazione, del suo porto e de' suoi edifizii ( Verr., ìv, 2). Come tutte le altre città alleate, aveva il Senato suo proprio e i suoi magistrati e non era soggetta ad altre contribuzioni che quella di somministrar navi e provviste navali in caso di guerra e porzione del grano somministrato dalla Sicilia come granario di Roma ad un prezzo stabilito.
Nè par che Messana soffrisse molto in alcuna delle guerre che tanto funestarono la Sicilia, quantunque fosse ad un pelo di essere presa e saccheggiata da Atenione durante la Guerra Servile, nel 101 av. C.
Nella Guerra Civile dell'anno 48 av. C. fu stazione di parte della squadra di Cesare che vi fu assalita da quella di Pompeo sotto Cassio ed arsa in numero di 35 legni; ma la città fu protetta dalla presenza di una legione romana (Cesar., Bell CivilH in, 101).
In un periodo alquanto posteriore fu il quartier generale e il propugnacolo principale di Sesto Pompeo durante la sua guerra con Ottaviano (36 av. G.), e il suo porto spazioso divenne la stazione della squadra con cui scorazzavano le coste siciliane da Tauromenium (Taormina) da una parte a Tindari dall'altra. Di là altresì Pompeo, dopo la sua sconfìtta totale per Agrippa, si pose in salvo con una squadra di sole diciassette navi (Appian., Bell. Civìl., v, 97, 103, ecc.).