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l'arte Quinta — Italia Insulare
fig» 117. — Messina : Madonna della Grotta (da fotografìaj.
apparecchiata alla difesa che, nonostante gli strenui sforzi degli abitanti, fu presa con poca difficoltà da Imilcone. Gran parte dei Messaniani ripararono nelle adiacenti campagne, ma i rimanenti furono messi a ftl di spada, e, non solo le mura furono agguagliate al suolo, ma gli edilìzi i così studiosamente atterrati da lasciar traccia appena del luogo ove sorgevano (Diod., xiv, 56-58).
Dopo la sconfitta e l'espulsione dei Cartaginesi, Dionisio diede opera a ripopolare Messana coi fuggiaschi sopravviventi ai quali aggiunse nuovi coloni da Locri e da Medina (presso l'odierna Nicotera) in un con un picciol corpo di esiliati messaniani, i quali furon poi tosto trasferiti nella nuova città di Tindari.
I Reggiani frattanto, che vedevano di mal occhio l'assodarsi di Dionisio sullo stretto, tentarono alla lor volta di stabilire un posto avanzato contro ! Messaniani, fortificando Mylae, o Milazzo, ove insediarono gli esiliati di Nasso, Catana e di altre città, ch'erano stali cacciati da Dionisio dalle lor sedi. Il tentativo andò però a vuoto: i Messaniani riconquistarono Mylae e continuarono ad appoggiar Dionisio nelle sue imprese contro Reggio.
Dopo la morte di codesto despota poco sappiam di Messana, la quale par si rialzasse a grado a grado ma lentamente ad una Aorida condizione. Nel 357 av. C.