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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Messina
   431
   clie i Samii non fossero espulsi assolutamente, come narra Tucidide, ma continuassero a dimorare nella città coi nuovi coloni, quantunque spogliati del loro ascendente esclusivo (Siefert, Zancle-Messana, p. 10).
   I Messaniani seguirono per qualche tempo le sorti dei loro vicini di Reggio: dopo la morte ili Anassila passarono sotto il governo di Miceto e successivamente dei due figliuoli di Anassila: ina, dopo la morte di Cerone e l'espulsione del suo fratello Trasibolo da Siracusa, colsero il destro, unitamente alle altre città siciliane, per cacciare i loro despoti e rendersi liberi e indipendenti nel 4G1 av. C. (Diod., xi, 59, GG, 7G).
   Un corpo numeroso di coloni stranieri, introdotti in Sicilia dai tiranni, stabili-ronsi in quell'occasione nel territorio di Messami, prova che in quel periodo esso era sempre scarsamente popolato: ma la città pare partecipasse largamente nella prosperità di cui goderono generalmente le repubbliche siciliane durante il periodo successivo 460-410 av. G. La grande fertilità del territorio e l'eccellenza del suo porto erano vantaggi naturali che la qualificavano per divenire una delle prime città della Sicilia: e tale par fosse il caso in tutto il periodo in questione.
   Nel 420 av. G. la tranquillità fu però turbata dall'arrivo della squadra ateniese sotto Laches che pose stanza a Reggio sulla sponda opposta dello stretto e diede l'assalto a Mylae, fortezza e dipendenza dei Messaniani, la quale, comecché difesa da una forte guarnigione, fu costretta ad arrendersi. Laches marciò quindi co' suoi alleati contro Messana, la quale non potè reggere ad un' oste così poderosa e fu costretta a stringere alleanza con Atene (Tucin., in, 8G, 90). Ma l'anno seguente (425 av. G.) i Messaniani affrettaronsi a disdire la loro nuova alleanza e ad aderire a quella dei Siracusani e d'ailora in poi il loro porto divenne la principale stazione navale delle squadre combinate siracusane e locrie (Tucid., iv, 1, 24, 25). Eglino stessi altresì ardirono, in una occasione, assalire vigorosamente i loro vicini falcidici di Nasso che sconfissero e rinchiusero entro le loro mura, ma furono alla lor volta sconfitti dai Siciliani e dai Lcontini, eh' eransi affrettati in aiuto di Nasso e che assediarono per breve tempo, ma senza successo, Messami stessa (Tucid., iv, 25).
   I Messaniani furono compresi nella pacificazione generale della Sicilia del 424 av. G., ina erano dilaniati dalle fazioni intestine e par soggiacessero per un breve periodo al dominio dei Locrii. Al tempo della spedizione ateniese in Sicilia (415 av. C.) erano di bel nuovo indipendenti e in quell' occasione si mantennero neutrali quantunque sollecitati, da una parte, dagli Ateniesi e dai Siracusani dall'altra. Un tentativo dei primi per impadronirsi della città andò fallito intieramente (Tucid., \ i. 4S, 74). Pochi anni dopo i Messaniani diedero asilo ai fuggiaschi d'Imera, quando codesta città fu presa dai Cartaginesi (409 av. G.) ed inviarono forze ausiliarie in difesa di Agrigento contro questi ultimi.
   Sembra certo che Messana era in quel periodo una delle città più fiorenti e ragguardevoli della Sicilia. Riferisce Diodoro (xiv, 8) che i Messaniani e i Reggiani potevano allestire insieme una squadra di non meno di 80 triremi e le loro forze riunite erano considerate con rispetto, se non con timore, persin dal potente Dionisio di Siracusa. Ma, quantunque mal disposti verso codesto despota, i Messaniani non condividevano le vive simpatie dei Reggiani verso le città calcidiclie di Nasso e Catana e seguivano una politica incerta e vacillante. Ma mentre cercavano di evitar per tal modo l'ostilità del despota siracusano furono sopraccolti da una ben più grande calamità.
   II generale cartaginese Imilcone, ch'era sbarcalo nel 390 av. C in Sicilia, dopo di aver costretto Dionisio a ritirarsi in Siracusa, si avanzò con grandi forze da Panorino lungo la costa settentrionale dell'isola. Messana era la mira immediata della spedizione a cagione dell'importanza del suo porto: ed essa era sì male