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l'arte Quinta — Italia Insulare
Al dir di Tucidide fu fondata dapprima da una banda di pirati di Guma in Italia, anch'essa colonia di Calcide; ma la situazione vantaggiosa del luogo addusse in breve lo stabilimento di una colonia più regolare composta d'immigranti da Gilcide e altre città dell'Eubea, a capo dei quali stavano Perieres di Galcide e Gratemcne di Cuma che divennero i fondatori riuniti, od Oeìcisti, della nuova colonia (Tucii)., vi, 4). Codesta relazione di Tucidide è confermata ne' suoi punti principali da Pausania; mentre Scimno Chio, deipari che Strabone, quantunque concordanti sulla sua origine calcidica, la rappresentano coinè fondala immediatamente dalla colonia calcidica di Nasso in Sicilia. Da quest1 ultima versione possiamo inferire che la era considerata d'origine più recente di Nasso, epperciò non fondata che dopo il 735 av. C., ma non puossi determinare, neppure in modo approssimativo, la data della sua fondazione.
Della sua storia primitiva poco o nulla sappiamo, ma possiamo probabilmente inferire ch'essa pervenne tosto ad una florida condizione dalla circostanza che i Zancleani poterono, prima del termine del settimo secolo av. G., fondar due colonie sulla costa settentrionale dell'isola; Mylae o Milazzo a circa 48 chilometri ad ovest del capo Peloro ed Imera (Termini) più oltre a ovest (Tucid., vi, 5; Strab., vi, p. 202). Quest'ultima crebbe in città grande e potente, ma Mylae par continuasse a rimanere una mera dipendenza di Zancle.
Gli Zanclei par mirassero sempre ad estendere in quella direzione il loro sistema coloniale e si sforzassero indurre altri immigranti dalle città ionie dell'Asia a cooperare con ossi a codesta impresa, quando la caduta di Mileto nel 494 av. C-diede un nuovo impulso all'immigrazione da quella parte. Un corpo numeroso di Samii, in un con alcuni dei Milesii sopravvissuti, s'indussero per conseguenza ad accettar l'invito degli Zanclei e partirono alla volta della Sicilia col proposito di stabilirsi sulla costa nord fra Mylae ed Imera, chiamata comunemente la Bella Spiaggia. Ma, giunti viaggiando a Locri Epizephirii (rovine presso l'odierna Geracé), furono indotti da Anassila, tiranno di Reggio, ad approfittare proditoriamente dell'assenza delle truppe zancleane, impegnate altrove in operazioni militari, per sorprendere la città stessa di Zancle ed impadronirsene. Stava essa allora sotto il governo dì un despota di nome Scite, a cui Erodoto dà il nome di Re. Vedendosi traditi in tal modo gli Zanclei invocarono l'aiuto del potente Ippocrate despota di Gela; ma egli li tradì alla sua volta e, invece di aiutarli a ricuperar Zancle, fece causa comune coi Sanhi ch'ei confermò nel possesso della città, gittando in prigione Scite e riducendo in cattività la maggior parte degli Zanclei (Erod., vi, 22-24; Tucid.,, vi, 4; Auist., Poi., v, 3).
Per questa subitanea rivoluzione i Samii trovaronsi in possesso incontrastato di Zancle, ma non goderono a lungo del nuovo acquisto. Non molti anni dopo furono sottomessi alla lor volta dallo stesso Anassila, il quale dicesi li cacciasse dalla città ch'ei popolò con un corpo misto di coloni dandole il nome di Messene (Messina) in ricordo del paese di questo nome in Grecia da cui derivavano i suoi antenati (Tuoiih vi, 4; Erod., vii, 1G4; Strab., vi, p. 2G8).
Il periodo esatto di questa rivoluzione non si può determinare con certezza; ina il primo stabilimento dei Samii a Zancle non si può far risalire oltre il 493 av. C. mentre la loro susseguente espulsione o sottomissione per Anassila deve essere occorsa qualche anno prima della sua morte nel 47G av. C. Cerio è che in quel periodo egli era stato per qualche tempo sovrano di Reggio insieme e di Zancle, ponendo quest'ultima, secondo una relazione, sotto il governo nominale del suo figliuolo Gleofrone o Leofrone (Diod., vi, 48).
È certo altresì che, primi del termine del suo regno, Zancle aveva cambiato II suo nome con quello di Messene o Messana che ritenne poi sempre È probabile