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l'arte Quinta — Italia Insulare
Il bilancio preventivo del Comune di Messina nel 1890 era il seguente:
Attivo
Entrate ordinarie......L. 2,886,756
Id. straordinarie . . . . s 119,000
Partite di giro e contai), speciali . » 1,277,483
Totale L, 4,253,230
Passivo
Spese obbligatorie ordinarie , . L. 1,910,110
Id. straordinarie . » 819,043
Partite di giro e contabilità speciali » 1,277,483
Spese facoltative ... , . > 276,603
Totale L. 4,283,239
Dintorni di Messina
1. 11 Camposanto di Messina (tigg. 115-116) e per situazione, architettura e disposizione uno dei migliori d'Italia. Vi si va per via San Clemente e sorge sopra una spianata formata dall'arte col troncamento della cima di una collina da cui si gode una stupenda prospettiva. Fu incominciato nel 1865 sui disegni del comm. Savoia e del cav. Giacomo Fiore e fu inaugurato il 6 aprile 1872 col trasporto da Torino delle ceneri dello storico, patriota intemerato e ministro Giuseppe La Farina, che vi ha un bel monumento. Altro monumento notabile è quello di Luigi Pellegrino, cospiratore caro al Mazzini e al Garibaldi, che stentò per tanti anni nelle galere borboniche. Meritano anche importanza i monumenti eretti dalla cittadinanza al barone Giuseppe Natoli ed al poeta Felice Bisazza. Una chiesa gotica sorge in vetta al colle spianato. — A 2 chilometri a ovest dal Camposanto giace Bardonaro, con nella chiesa scolture di Antonio Gagini
2. Forte Gonzaga. — Fu eretto dal viceré Gonzaga, che gli diede il suo nome, nel 1510 in un punto la cui grande importanza strategica fu sempre riconosciuta. Ivi in fatti stette a campo Cerone II, ivi Carlo d'Angiò pose il suo quartiere generale ed ivi i Piemontesi bombardarono nel 1861 la cittadella, il che addusse la resa della città come vedremo più innanzi. La prospettiva dalla prominenza davanti il forte è straordinariamente grandiosa e pittoresca; vi si vede in fatti in tutta l'estensione il porto falcato col faro e l'intiera punta settentrionale dell'isola sino a punta del Faro e insieme la costa calabra da Scilla a Reggio con Aspromonte nello sfondo. Si sale al forte Gonzaga dall'estremità meridionale del corso Cavour traversando due ponticelli in ferro sul torrente Portalegni.
3. Castellaggio. — L'ascesa è più malagevole eli quella ai forte Gonzaga. L'antichità di cotesta fortezza è attestala da una vasta cisterna scavatavi ab immemorabili e rimasta intatta fra tante rovine. Fu rifatta in legname e fascine sotto il viceré Vega e fu, sino a poco tempo addietro, presidio militare, ma ora è abbandonata. La veduta è anche più vasta di quella del forte Gonzaga, ma è meno pittoresca.
4. Cappuccini. — Vi si va dall'estremità settentrionale di via Garibaldi per via Placida, passando il torrente Trapani, e vi si gode di un bel panorama di Messina e di altre vedute.
5. Faro. — Dalla Dogana, costruita sull'area del palazzo reale atterrato nella rivoluzione, si va verso est alla cittadella ora smantellata e, piegando a nord-est, al Cimitero protestante ed al Faro Grande o Lanterna, con superba doppia veduta delle alture dietro Messina e dietro Reggio del pari che dello stretto.
A ovest dirimpetto, il Lazzaretto da cui si va in barca alla città. Non lungi dalla punta della falce portuaria, dirimpetto a capo Pezzo sul continente, ribolle spesso il gorgo detto il Garofalo di cui già abbiamo discorso e che non ò altro che l'antico classico vortice di Scilla e Cariddi.