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l'arte Quinta — Italia Insulare
semplice ed espressiva, di Antonio Gagini del 1525. Nella navata trasversale a destra: Monumento dell'arcivescovo Guidotto de Tabiatis (fig. 108), morto nel 1333, di Goro di Gregorio da Siena, con nel sarcofago quattro rilievi dipinti e dorati.
Nelle absidi, restaurate in parte, musaici su fondo d'oro del 1330. Abside sinistro: l'apostolo Giovanni, San Nicolò e altri santi, ed, inginocchiati ai loro piedi, re Luigi d'Angiò e Giovanni duca di Randazzo. Abside di mezzo: Cristo colossale in trono, con sopra due serafini e a fianchi due arcangeli; dinanzi, in ginocchio e in adorazione Federico II d'Aragona con Guidotto arcivescovo di Messina e a destra il re Pietro. Abside destro o Cappella del Sacramento: Maria fra gli arcangeli Gabriele e Michele con a sinistra inginocchiata ed orante la regina Eleonora, moglie di Federico II; da un lato Sant'Anna e Santa Lucìa.
L'aitar maggiore è sormontato da uno splendido baldacchino, volgarmente detlo la macchinetta, che di mollo sorpassa, se non in grandezza, in magnificenza e ricchezza il famoso baldacchino del Vaticano. Disegnato da Simone Culli di Messina (1028), compiuto nel 1726, è ricco di lavori a commessure di marmi, ad intarsiature di lapislazzuli, agate, calcedonie, corniole, elitropi, sardoniche, amatiste, avventurine, diaspri ; di gradini rabescati con lapislazzulì e incorniciati di bronzo dorato, di colonne e pilastri ugualmente in lapislazzuli che sorreggono una cornice di rame dorato la quale racchiude il quadro della Madonna della Lettera, protettrice di Messina. Questo quadro antichissimo, attribuito dalla tradizione a S. Luca, deriva il nome da una sacra lettera inviata dalla Vergine nel 42 ai Messinesi per mezzo dell'apostolo Paolo die la tradusse dall'ebraico in greco, dal qual linguaggio fu poi tradotta in latino da Costantino Lascari morto a Messina nel 1501 (1). Nò questa lettera soltanto, ma si conserva eziandio e si venera una ciocca di capelli della Madonna. Una preziosissima manta d'oro tempestata di gemme collocasi davanti il quadro il dì della festa (3 giugno), che celebrasi con gran pompa e solennità, eom'anco il dì dell'Assunta in agosto. Questa manta contiene altresì molti ricchi gioielli, doni di sovrani, di regine e di privati cittadini, sicché è di un valore inestimabile dal lato finanziario e dal lato archeologico.
(1) Come curiosità epistolografica pubblichiamo codesta lettera della Madonna secondo la versione datane dal Lascari :
« Maria Virgo Toachim fili», Dei hmnillima, Christi lenti crucifixi mater, ex tribù Inda, stirpe David, Messcmensibus omnibus salutoni et Dei Patris omnipotentis benedictionem.
« Vos omnes fide magna legatos et nuntios per pubìicum documentimi ad nos misisse constat: filium nostrum Dei genitum Deum et Hominem esse fatemini et in coelum post suani resurrectionem ascen-disse, Pauli apostoli electi praedicatione mediante, viam veritatis agnoscentes. Oh quod ros et ipsam civitatem benedicimus citjus perpetuam protectricem nos esse rolumun. Anno Filii nostri XLII, Indict. I,
III Nonas lumi Luna XXVII. Feria V. Ex Hierosolymis Maria Virgo quae sapra confirmat praesens cìiirogrophum marni propria ».
Nel suo poema Lo Scherno degli Dei il Bracciolini cosi cantò di questa celebre Lettera della Madonna :
Pagina avventurosa ov'è raccolto Di lavori celesti ampio tesoro, Preziosi caratteri che lian tolto, Benché tinti di nero, il pregio all'oro ; Por voi stessi scoprì l'augusto volto Maria propizia a' lidi di Peloro, E giammai non potè contro quel loco Custodito da lei ferro nè foco.
Ma il Bracciolini cos'i non avrebbe cantato se avesse visto gli incendi! di cui fu vittima gloriosa Messina nel 18Ì8.