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l'arte Quinta — Italia Insulare
gelosamente da Pompeo per impedire al suo avversario lo sbarco (Appiano, B. C., v, 105, 110).
Nei tempi antichi sorgeva sul promontorio un tempio a Nettuno ed un Faro, la cui memoria si conservò nella moderna denominazione di punta del Faro. Questo nome, pare fosse già in uso prima della fino dell'Impero romano, dacché Servio, parlando della larghezza dello stretto, lo misura a Golumna usque ad Pharon (Serv., ad Aert., ni, 411). Del tempio, già distrutto, sono state trasportate le colonne di granito egiziano nel Duomo, ove sostengono i muri divisori delle tre navate. Ultimamente fu eretta una torre per un nuovo faro alta 40 metri con un fanale costruito a Parigi secondo gli ultimi perfezionamenti, che ha luce intermittente e spinge in gran lontananza i suoi raggi.
I suddetti monti Neltunici, che attraversano la provincia di Messina, incominciano dal massiccio centrale e precisamente dal monte Castelli (15GG m.), vanno verso est sino al monte Tre Fontane, fra Novara e Taormina, mai meno alti di 1000 m., monte Pelalo (1566 ni.), monte Sori (1846 ni.), monte del Moro (1433 ni.), ecc. Dal monte Tre Fontane (1374 ni.) al capo di Faro vanno in direzione nord-est i monti Scuderi detti Peloritani (1155 m.), Antennamare o Dinnamare (1156 in.) e Ci coi (G09 in.).
La catena dei monti Nettunici è molto anteriore al sollevamento del rimanente dell'isola, ha molti ma brevi contrafforti su: due fianchi e i principali a nord sono i due che staccansi dal monte Moro spingendosi in mare e formando i capi Orlando e Calavà; a sud quello che si stacca dal monte Tre Fontane o va a terminare su Taormina. Le pianure principali sono quelle di Barcellona, Milazzo, Taormina e Naso.
Idrografia. — 1. Fiumi. Dei fiumi della provincia di Messina, tutti torrentizi e di breve corso, alcuni si versano nel Tirreno ed altri nel Jonio. Fra i principali che hanno le foci nel Tirreno meritano menzione:
II Pollina, che scende dalle Madonie, scorre n Val Demone da sud-est a nordovest, interseca la strada elio va da Messina a Cefalù e scaricasi in mare a circa due chilometri a est dal capo llasigelbi. Questo fiume, che alcuni credono il Monale degli antichi geografi, separa la provincia di Messina da quella di Palermo. — 11 Pettineo, che sorge nel monte Cabina e bagna il territorio del Comune omonimo. — 11 Naso, o Smagra, che nasce sopra :! castello di Ucria, lambe la città di Naso da cui prende od a cui dà il nome e, dopo breve corso, gettasi in mare in un litorale assai ameno e che molto s'interna un po' a est da capo d'Orlando, porgendo una comoda stazione ai velieri e ai vapori. — 11 Zappulla, che nasce nei monti sopra Tortorici e sbocca nella Piana di Naso a sud-ovest del capo Orlando — 11 liosma-rino, che ha le scaluriggini alla Serra del Re, interseca la via che da Patti mette a Celalù e si getta quindi nel Tirreno a nord-est da Sant'Agata di Militello, dopo un corso di oltre 40 chilometri. — Il Noceto, che sgorga dal monte Rosimanno e sbocca in mare presso Milazzo nel luogo detto delle Pietre Rosse.
Fra i fiumi poi che scaricansi nel mare Jonio primeggia VAlcantara, di cui già abbiamo tocco nell'introduzione. Aggiungeremo qui soltanto ch'esso ha 11 affluenti principali di destra e 6 di sinistra, dinumerati per disteso dal De Bartolomeis nella sua Oro-Idrografia dell'Italia.
2. Laghi. — Al capo Peloro, fra la spiaggia e le colline, stendonsi i due laghetti di Ganzirri, delti anche Pantani, comunicanti tra di loro e col mare per mezzo eli un