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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   di Caronia. Fra le varie ramificazioni di codesti monti schiudonsi molte vallette in fondo alle quali scorrono rapidi e tortuosi torrenti, detti generalmente fiumare in Sicilia, copiosi d'acqua e gonfi talvolta nel verno, poveri e quasi asciutti nell'estate.
   Stretto di Messina. — Codesto classico stretto o canale che congiunge il Tirreno allo -Tonio, solcato del continuo da vapori e velieri, è agitato da un flusso e riflusso, regolari prodotti dalle due correnti che vi si incontrano; e da questo scontrarsi dell'onde nasce un gorgo che scorgesi da lungi, segnatamente quando spira un forte scirocco, ed è pericoloso ai piccoli legni Ciò fu avvertito anche dall'Alighieri in
   quei versi: Come fa l'onda là sopra Carni ti i
   Che s'infrange con quella in cui s'intoppa,
   Si può credere che codesto gorgo fosse nei secoli scorsi assai più pericoloso, sì perchè le navi erano allora più piccole e sì perchè la forza del vapore non poteva ancor vincere l'impeto delle onde; e non è impossibile inoltre che i molti e veementi tremuoti, ai quali fu ed è sempre sottoposto, particolarmente questa parte della Sicilia, abbiano trasformato profondamente la costa e il fondo del mare, Di che si può ragionevolmente congetturare che la Gariddi dei tempi primitivi fosse più della presente conforme al quadro pauroso che ce ne tramandarono tanti antichi poeti e scrittori : Omero, Virgilio, Ovidio, Catullo, Tibullo, Giovenale, Strabone e Plinio, Oggidì tanto l'Ulisse di Omero quanto il vecchio Anchise e l'Enea di Virgilio potrebbero passare senza un timore al mondo il Gorgo del Garofano, chè così chiamano ora Gariddi.
   Lo stretto, o braccio di mare, ha. fra la punta di Faro e la batteria di Torre Cavallo sulla costa calabra, una larghezza minima di 3200 metri ed una lunghezza di 42 chilometri e mezzo, E un avvallamento dell'epoca terziaria nell'antica montagna di schisto cristallino che stendesi dalla Calabria alle alture di Messina, avvallamento preceduto probabilmente da uno spacco immane nella montagna nei tempi preistorici.
   Il mar fra mezzo entrando Tanto urtò, tanto róse che l'esperio Dal siculo terreno alfin divise : E i campi e le città, che in su le rive Restaro, angusto freto or bagna e sparte.
   Eneide, tir.
   L'avvallamento rimase probabilmente per lungo tempo sopra il pelo dell'acqua e divenne poi coll'andare del tempo, mediante l'innalzamento dello specchio del Mediterraneo o l'abbassamento del territorio, uno stretto di mare, il quale partecipa d'allora in poi al moto generalmente ascendente della Sicilia da noi descritto nella introduzione e si va perciò restringendo.
   Nel mezzo dello stretto domina una corrente principale con una rapidità di 3 ya sino a 8 chilometri all'ora, alternante ora a sud ora a nord, con flusso e riflusso ciascuno dì 6 ore ed una pausa di 1 ora fra l'uno e l'altro (1).
   (1) Lo Spallanzani, ne' suoi Viaggi alle Due Sicilie, riferisce la seguente leggenda o tradizione intorno Cariddi: « È lepido insieme e tragico l'accidente narratoci di un certo Colas, messinese, che, per rimanere a lungo sott'acqua, aveva il soprannome di Pesce. È fama che Federico, re di Sicilia, venuto a bella posta a Messina per vederlo, sperimentasse d'una maniera generosamente crudele il valor suo stringendolo a pescare una tazza d'oro fatta cadere dentro a Cariddi, che stata sarebbe