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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   APPENDICE
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   Fig. tìS. — Eruzione dell'Etna 1811-2: Filone di lava a ponente colla velocità di ni. fiò all'ora.
   Sul finire di giugno l'Etna dava segni non dubbi~di attività: dal cratere centrale sfuggivano con frequenza buffate di vapore di acqua, e in appresso se ne videro pure uscire dalle fumarole del monte Gemellaro, non lontano dal luogo dove si era manifestata la eruzione. La sera dell'S luglio 1S92, verso le 10, nel sereno di una notte magnifica, si sollevò improvvisamente dal cratere centrale una colonna immensa di fumo denso e nero che, distendendosi nell'aria calma, formò un gigantesco pino di aspetto fantastico. I fulmini guizzavano sinistramente nei vortici del fumo, e un cupo brontolìo si udiva nell'interno, mentre una pioggia di sabbia e cenere cadeva nei dintorni.
   Dopo un'ora tutto era terminato e il fumo era dissipato nell'aria serena; mai rumori sotterranei continuavano e il suolo era entrato nell'agitazione caratteristica che precede le eruzioni, la terra muggiva e fremeva come una caldaja in pressione. Innumerevoli e quasi continue furono le scossette di terremoto, ma la scossa veramente forte avvenne verso le 2 s/4 di notte, sentita in tutta la regione etnea; a Catania e negli altri paesi non vi furono altri danni che un po' di paura, ma a Zaffarana, paesello sul pendio orientale dell'Etna, vi furono gravi danni agli edilizi e frane di muri: un capraio che dormiva all'aperto sotto una rupe, venne schiacciato da essa.