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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   celebre Mariano Iìossi, cioè la Madonna della Luce, la Deposizione della Croce e la Sacra Famiglia.
   Chiesa e Convento dei Padri Cappuccini. — Fondato sotto il pontificato di Paolo IV verso il 1550. E posto sopra un'amena collina
   adorna di cipressi da cui si gode un'incantevole visuale della vallata sottostante. Nel grazioso tempio si ammira un Cristo dipinto, squisito lavoro di fra Benedetto da Trapani, cappuccino del secolo XVII e alcuni quadri di fra Felice da Sambuca Zabul.
   Sul monte Cranio o San Calogero, sorgeva un antico cenobio la cui origine si fa risalire al VI secolo. Al dire del Mongitore era abitato dai monaci di San Basilio, i quali attendevano allo studio delle lettere ed all'educazione della gioventù. Oggi vi è un cospicuo eremitaggio. Il santuario ha un ampio atrio quadrilungo, fiancheggiato da una doppia serie di camere per gli infermi, che vi si recano a prendere i bagni a vapore; l'interno della chiesa ha la forma di croce latina e lo stile del-l'edifizio è ionico Sull'altar maggiore si venera la bellissima statua marmorea del taumaturgo San Calogero, stupendo capolavoro del Gagini, una delle più insigni opere d'arti che ammiransi in Sicilia, e in un altare laterale sta una bella tela di G. Testone : San Zosimo che comunica Santa Maria Egiziaca. La chiesa possiede una antica e ricca cappa magna in broccato, di rinomata fabbrica italiana, eli'è degna di nota.
   Fra gli edilizi privati del medioevo sono notevoli il palazzo Sortino, detto lo Steri, dipinto con finestre ogivali a doppia luce, con prospetto merlato, e ornato con pietre di tufo a forma di punte di diamante, simile al palazzo Marino di Trapani e alla facciata della Trinità Maggiore di Napoli. Nel vestibolo è notevole una volta d'architettura speciale. — 11 palazzo Arone, che conserva l'originaria architettura medioevalo: finestre binate, vòlte a crociera e un'ampia scala massiccia. — La casa Pardo, in pietra da taglio, con una finestra a stipiti marmorei ornati di bellissimi bassorilievi, e un'antica porla con figure. — Il turrito palazzo Piampingallo. — II palazzo Floreno, oggi restaurato dalla famiglia Bartolini, sullo stile antico. — La casa Gino, oggi Triulo, i due castelli suddescritti, ecc. — Il magnifico palazzo dei Marchesi di San Giacomo, quantunque in gran parte di stile moderno, è notevole per la sua imponente architettura o por le rinomate raccolte di oggetti d'arte e di monete antiche, menzionate quest'ultime dal prof. Salinas nella sua dotta opera: Sulle monete delle antiche città di Sicilia (1).
   Sciacca non ha porto c ì bastimenti devono gittar l'ancora ed ormeggiarsi nella rada ; ha però un cantiere, ove costruisconsi piccole navi, ed un commercio discretamente attivo. Si esportano principalmente granaglie, olio, vino, carrubhe, mandorle, agrumi, caci, erbaggi, paste, farine, miele, sardelle ed acciughe salate; soda, cotone, sommacco. lana, calce, tartaro di botte, gabbie di giunco per strettoi, corbe di giummara, nitro raffinato e bellissimi vasi di creta lavorati dai vasai del paese. Gran pesca e traffico di coralli (2). Fabbriche di oggetti di creta, di gesso, laterizi, olio, paste alimentari, polveri piriche, sapone; pesci salati; armatori, spedizionieri, librerie, tipografie, ecc.
   La pubblica beneficenza vi conta tre Ospedali, due Orfanotrofi e varie Opere pie con un reddito annuo complessivo di oltre L. 100,000. L'istruzione pubblica annovera
   (1) Intorno ai monumenti e agli oggetti d'arte di Sciacca, vedi l'opuscolo dell'eruditissimo prof. G. Frosina-Oasnklla, Di Sciacca e delle sue anticaglie. Sciacca, Tip. Gutemberg, 1S7'J.
   (2) Nel 1875, e poi di bel nuovo nel 1878 e 18S0, furono scoperti tre nuovi banchi di corallo nelle acque di Sciacca, ed a questa scoperta tenne dietro un forte deprezzamento del prodotto ottenuto, giacche il corallo della Sicilia da 25 lire il chilogramma, come valutavasi in media nel 1875, scese, dopo la scoperta dei banchi di Sciacca, a lire 3 il chilogramma e anche meno, per effetto dell'abbondanza.