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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   vedesì di frequente impresso qual Dio fluviale sulle suddette monete selinuntine. Sui dorsi spianati delle due colline giacciono ancora le rovine dei sette tempii che abbiamo descritti, costruiti tutti in istile dorico durante la floridezza ellenica della città (028-409 av. G.). Tra le due colline trovavasi a sud della valle (la Vallaref il porto antico e, nell'interno alquanto elevato, il mercato.
   Sulla collina occidentale sorgeva (30-40 metri dal livello del mare) la porzione primamente edificata della città; codesta collina era divisa da un leggiero avvallamento in due terrazzi: il più meridionale lungo 500 metri e largo 300 e a perpendicolo sul mare, era l'acropoli e serba ancora gli avanzi dei suddetti quattro tempii (A, B, G, D); sul terrazzo a settentrione stendevansi le abitazioni dei cittadini; ambedue i terrazzi erano fortificati.
   Sulla collina orientale è un'ampia spianata nella cui parte occidentale stanno i ruderi degli altri tre tempii (E, F, G). Due grandi necropoli, una sul terrazzo settentrionale della collina occidentale, e l'altra di là del Selino testimoniano della grande estensione della città (circa 1600 metri lungo la costa ed altrettanti entro terra). Pel materiale da costruzione servì il calcare poroso dei dintorni,
   Mercè la situazione favorevole, Selinunte, posto avanzato della cultura ellenica, giunse di buon'ora ad una grande floridezza; ebbe, per via di terra, attive relazioni commerciali con le colonie dell'est e divenne anche un'importante città marittima con una piccola squadra. Quadrighe e corone d'alloro sulle monete attestano le vittorie di Selino nelle corse dei giuochi olimpici; doni in oro a Delfo e un tesoro proprio in Olimpia, la sua opulenza.
   Come la più occidentale delle colonie greche in Sicilia, Selino venne di buon'ora a contatto e in collisione coi Cartaginesi ed i Barbari nell'ovest e nord-ovest dell'isola. I primi però non pare si opponessero da principio al suo progredire, ma sin dal 580 av. C. noi la troviamo in ostilità con Segesta (città non ellenica), il cui territorio confinava col suo (Diod., v, B).
   Il fiume Mazarus (ora Mazzara), il quale pare formasse a quel tempo il confine fra i due Stati, non distava che circa 24 chilometri a ovest da Selino e certo è che il suo territorio si estese in seguito sino alla sponda di quel fiume e che possedeva un porto e un emporio alla foce di esso (Diod., xxiij, 54). Dalla parte opposta il territorio arrivava per fermo sino alPAlico (ora Salso), allo sbocco del quale nel mare Selino aveva fondato la colonia d'Eraclea Minoa già da noi descritta (Erod., v, 40). E evidente perciò che Selino era giunta in breve tempo, come abbiamo detto, ad un alto grado di potenza e prosperità; ma assai poco .sappiamo della sua storia.
   Apprendiamo per altro che, a somiglianza della più parte delle città siciliane, essa ]lassò da un'oligarchia ad un dispotismo e che, verso il 510 av. C., era soggetta ad un despota di nome Pitagora da cui fu liberata coll'aiuto dello spartano Eurileone, uno dei compagni di Dorico. Lo stesso Eurilcone si recò quindi in mano, per breve tempo, il potere sovrano, ma fu rovesciato prontamente e messo a morte dai Selinuntinì (Erod., v, 46).
   Ignoriamo i motivi che indussero questi ultimi ad abbandonare la causa degli altri Greci ed a parteggiare pei Cartaginesi durante la grande spedizione d'Amilcare nel 4-80 av. G.; ina apprendiamo che essi avevano promesso persino d'inviare all'esercito cartaginese un contingente il quale non giunse però che dopo la sua disfatta (Diod., xi, 21, ecc.).
   I Selinuntini sono quindi mentovati nel 466 av. C. come cooperanti, con le altre città libere della Sicilia, ad aiutare i Siracusani ad espellere Trasibulo; ed havvi ogni ragione per credere ch'essi partecipassero pienamente alla prosperità del mezzo secolo successivo, periodo di tranquillità e di opulenza per la maggior parte delle città greche in Sicilia.