Circondario di Sciacca
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I,a costa a sinistra è anche più pittoresca; là mettono foce il Galtabellotta o Verdura, e il Magazzolo e il Platani, alla foce del quale trovansi ì pochi avanzi sformati di Eraclea Minoa, la città beuta già descritta in addietro. Qui si prolunga in mare il capo Bianco, descritto anch'esso, e in quella direzione veggonsi lontano accavallarsi 1 monti gli uni sopra gli altri e formare le ultime sfumature di quel panorama incantevole.
Nei campi sottostanti, frapposti tra il monte San Calogero e il mare, praterie estese fanno pompa della loro vegetazione ed altri terreni dissodati alla coltivazione dei cereali sono nella maggior parte ombreggiati dagli ulivi i quali, col perenne color verde cupo del loro fogliame minuto, accrescono vaghezza ed armonia all'insieme.
Nel fianco del monte San Calogero rivolto a ponente e a maestro codesti ulivi rigogliosi danno un olio di prima qualità: il mandorlo, il fico, il gelso, il carrubo, il melagrano, il susino, il melo, >1 pero e tutti quasi gli alberi da frutta prosperano a meraviglia; mentre nel rimanente dell'agro di Sciacca non rinvengonsi cosi facilmente come qui d ciliegio luculliano, l'albero sessuale del pistacchio e dell'indico terebinto. Le frutta che vi si raccolgono hanno un sapore squisito per la ragione che gli àlberi che le producono nudrisconsi in un terreno ricco di sostanze minerali e di principii alcalini.
Il bilancio preventivo dei G Comuni che costituiscono il circondario di Sciacca, presentava per il 1889 i seguenti risultati :
Attivo Passivo
Entrate ordinarie.......L. 605,292 Spese obbligatorio ordinarie . . . L. 428,257
Id. straordinarie.....» 11,469 Id. straordinarie . . => 151,071
Differenza attiva dei residui ...» Ì0,S38 Partite di giro e contabilità speciali «• 1(50,94S
Partite di giro e contabilità speciali » 1G0,948 Spese facoltative .......» 107,(171
Totale L. 848,547 Totale L. 848,547
SELINUNTE
Vicino al territorio di Sciacca trovansi le rovine dì Stimo o Selinunte (nel luogo cosidetto Torre dei l'idei) forse il più liei complesso d'antichità che vanti l'Europa, e meritamente dette, per la loro grandezza colossale, i Pilkri dei Giganti in linguaggio popolare. Di coleste rovine, a circa 32 chilometri da Sciacca, diamo una succinta descrizione prima di passare alla storia non meno compendiosa dell'antica Selinunte.
I. — Le rovine di Selinunte (1).
Sulla costa del mare e su due colline separate da una valle larga 700 metri non sono più che un gran cumulo di ruderi da cui emergono ancora qua e là fusti o tronchi di colonne rassomiglianti da lontano alle torri di una città.
(1) Furono primamente esplorate nel 1822 da due architetti inglesi, Angeli e Harris, i quali ne estrassero cinque metope, ora nel Museo di Palermo. Nel 1824 vi svernò l'architetto tedesco Hittorf col suo allievo Zanth, e l'architetto Stier, che pubblicò nel 1S27 le sue scoperte. Nel 1831 il duca di Serradifalco e il principe di Trabia fecero continuare gli scavi dall'architetto Saverio Cavallari, così benemerito delle antichità siciliane, e dallo scultore Villareale. Il duca di Serradifalco descrisse poi Selinunte nel voi. Il della sontuosa sua opera Antichità di Sicilia (Palermo 1844). Nel 1804 il Governo italiano assegnò una somma annuale per gli scavi in Sicilia, ponendo a capo dei lavori il predetto Cavallari. Nel 1873 il tedesco Bennsdorf pubblico in Berlino Die Metopen von Selinus con illustrazioni, e trattò anche della topografia ecc. della città.
47 — La Patria, voi. V.