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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Girgenti
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   collo, a 15 chilometri da Girgenti. È uno dei centri dell'industria dello zolfo ed era in addietro 1111 covo di banditi. Per le vie anguste e tori uose veggonsi gli abitanti con in capo cappucci acuminali e il fucile ad armacollo. Vive ora fra essi una piccola colonia tedesca con un direttore che accoglie cortesemente i raccomandati che recansi a visitare le zolfare. La strada che va alle miniere sale e scende a traverso la ferrata per le nude montagne. Quella dello zolfo è intieramente biancastra e soto vi compariscono come punti neri le buche che formano l'ingresso alle miniere le quali producono 5500 tonnellate annue di zolfo greggio di calcarone. Sorgente sol-furea nella località di Maiorico. Parecchie Opere pie e scuole.
   Cenni storici. — Fu fondata dai Siculi molto tempo prima di Roma, per quel clic se ne dice, e si suppone occupi il luogo dell'antica l'h-bessiis, città 0 fortezza non lungi da Agrigento e di cui servironsi i Romani, durante l'assedio di questa città nel 262 a\. G., come luogo di deposito ilei viveri e del materiale da guerra (Poi,., 1, 18). In un periodo posteriore dell'assedio, Annone generale cartaginese se ne impadronì e ridusse così a gravi strette i Romani privandoli delle loro provvigioni. Ma dopo la caduta di Agrigento i Gailaginesi 11011 poterono più sostenersi ad Krbesso che fu abbandonato dagli abitanti probabilmente per timore della vendetta dei Romani (Diod., xxui, 9, p 503).
   Sono queste le sole notizie intorno ad Erbesso il quale era probabilmente un luogo d'importanza inferiore ed una mera dipendenza di Agrigento. Quantunque credasi per alcuni che vi sorga ora Grotte, il vero si è che il suo luogo preciso non può essere determinato; ma il Fazello si appone probabilmente quanto alla sua situazione generale, collocandolo presso il corso superiore dell'Alico 0 Platani. Fu posseduto in feudo, con titolo baronale, dai La Grua Talamanca dei principi di Carini.
   Coli, elett. Canicattì — Dioc. Girgenti — P2 T. e Str. ferr. Girgenti-Caltanissetta-Licata.
   Mandamento di RAVANUSA (comprende il solo Comune di Ravanusa). — Territorio montuoso ma fertile principalmente di grano, vino, olio, mandorle e pistacchi; vi si trova sale in abbondanza.
   Ravanusa (8523 ab.). — Grosso borgo situato vicino alla sponda del fiume Salso (Imera meridionale) che dal lato occidentale segna i contini fra le Provincie di Girgenti e Caltanissetta. Grano, vino, olio, mandorle, pistacchi, soda, di cui si fa attiva esportazione.
   Cenni storici. — Fu feudo dei Bonanno, conti di Cattolica.
   Coli, elett. Canicattì — Dioc. Girgenti — P2 T.
   Mandamento di SICULIANA (comprende 2 Comuni, popol. 8477 ab.), — Territorio in colline digradanti a sud verso il mare e bagnato dal Canna 0 fiume delle Canne. Suolo ubertoso da cui ricavansi cereali, vini e mandorle per farne commercio di esportazione. Zolfare, pesca e aria saluberrima.
   Siculiana (6277 ab.). — Presso la foce del Canna, quasi in riva al mare, a maestro di Girgenti. A meno di due chilometri dall'abitato vi è un porto per le navi mercantili di media portata. È assai ben fabbricata e contiene alcune chiese notabili. Cereali, vini, mandorle, molta pesca, carrube, lana, cacio e zolfo. Navigazione attiva.
   Cenni storici. — Secondo l'antichissima storia mitica della Sicilia una città o fortezza di nome Kàjtoòs {Gamicus) fu costruita da Dedalo per Cocalo re dei Sicani, che vi pose la sua regal residenza e vi depositò i suoi tesori, essendo la situazione di essa cosi forte per natura e cosi ben munita dall'arte da divenire inespugnabile. Conforme alla stessa leggenda, ivi altresì Minosse, re dì Creta, che aveva inseguito Dedalo in Sicilia, fu posto proditoriamente a morte da Cocalo e seppellito segretamente; le sue ossa dicesi furono poi scoperte sotto Terone (Diod., iv, 78, 79; Aiust., Poi., 11,10, ecc.). A codesta istoria allude Erodoto (vii, 170) là dove dice che i Cretesi