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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Girgenti
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   picco, apresi la baia in cui trovano sicuro ancoraggio le navi. Linosa è più fertile di Lampedusa, ma, come essa, è priva d'acqua sorgiva.
   11 suolo di Lampedusa è calcareo e in alcuni punti presentasi duro e compatto, tenero in altri, granelloso e friabile. In parecchi luoghi vi si alternano strati di marna molto superficiale. Tali terreni non sono atti alla coltivazione dei cereali; vi possono prosperare per altro e dai buoni frutti la vile, il fico, il carrubo, la soda e il sommacco. Vi vegeta rigoglioso Poleaslro sul quale puossi innestare con buoi successo l'olivo, Una gran parte di Lampedusa è coperta di cespugli in cui abbondano i conigli selvatici. Lungo i lidi si fanno pesche abbondanti; gli uccelli vi sono di passaggio e fra questi la gru è quella che \i stanzia più a lungo. Il porto ricovera bastimenti da 300 a 400 tonnellate, ma potrebbe con non molta spesa accoglierne di ben maggior portata.
   Il Governo spese assai por colonizzare e fertilizzare le due isole, ma con poco profitto, e la popolazione importatavi dalla Sicilia , rimasta stazionaria. Ad alcuni, ed all'onorevole (Vispi fra gli altri, parve conveniente fondarvi un penitenziario.
   Cenni storici. — Lampedusa venne dal a in feudo da Alfonso d'Aragona ad un suo cortigiano che nel 1GG7 la vendette al principe D. Ferdinando Tommasi. Ferdinando 11 di Borbone la sottopose dirottamente allo Slato. Sotto Caterina li si pensò di acquistarla, con altre isolotto vicine, per farne una stazione navale della Russia noi Mediterraneo. Sui primordi del secolo, quando Napoleone il Grande accennava a privare l'Inghilterra di Malia, il gabinetto di San Giacomo pensava già a rifarsi della perdila con Lampedusa, come quella che offre la miglior situazione, a mozzo cammino fra Italia, Africa e Gibilterra. Qui riparò un tempo colla sua flotta Andrea Doria, dopo una battaglia coi Turchi.
   Coli, elett. Girgenti — Dioc. Girgenti — P3 a Lampedusa, T. a Porto Empedocle.
   Mandamento di NARO (comprende 2 Comuni, popol. 13.751 ab.). — Territorio fertilissimo e producente vino, olio, cereali, foglia di gelso e frutta. Gli olii e le mandorle formano oggetto d'importazione speciale.
   Naro (10,384 ab.). — D'origine saracenica, dall'arabo Nar (fiamma) per ilari che accendevano sul monte onde far avvertiti gli abitanti circostanti dell'appressarsi dei nemici. Giace a 592 metri sulla sinistra del Naro che la separa da Favara. È ben fabbricato ed ha parecchie belle chiese ed un castello con quattro torri e lo stemma di Manfredo Ghiaranionte feudatario che lo fece edificare in un con la chiesa matrice. Biblioteca fondata nel 1700 da Francesco Milazzo e dotata del capitale di 7650 lire. La necropoli greca sta a est della città e nella parte sud-ovest furono scoperte parecchie catacombe cristiane. Cereali, viti, gelsi, olivi, frutta. Miniera di zolfo che produce 86G tonnellate annue di zolfo greggio di calcarone. Banca popolare agricola industriale c fabbriche di cera, cordami, stoviglie comuni, olio d'oliva, paste alimentari. Biolini semplici e a vapore, ecc.
   Cenni storici. — Vogliono alcuni che Naro sia stata edificata dai Saraceni sulle rovine dell'antica Jlotyum (Mó-uov), piccola città o fortezza nel territorio d'Agrigento. Fu assediata nell'anno 451 av. C. dal capo siculo Ducezio e cadde nelle sue mani dopo una battaglia in cui sconfisse gli Agrigentini e loro alleati ; i quali però la riconquistarono nell' estate successiva (Diod., xi, 91). Non se ne trova in seguito più menzione ed ignota al tulio è la sua situazione per forma che ò un supposto senza fondamento che vi sorga ora Naro che il Tasso chiama Naja nella Gerusalemme Liberata.
   Uomini illustri. — Diede i natali ad Antonio Trigona e a Vincenzo Maria Dondolimi, autori di varie opere letterarie.
   Coli, elett. Licata — Dioc. Girgenti — P3 T.