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l'arte Quinta — Italia Insulare
I prodotti del Comune consistono in cereali, vino, mandorle, carrube, sommacco, fichi secchi e pistacchi. Grande esportazione di zolfo e di sommacco. Le vicine miniere dànno anche allume, gesso, arragonitej stronziana, ecc.
Coli, elett. Girgenti — Dioc. Girgenti — Pa T.
Mandamento di LICATA (comprende 2 Comuni, popol. 18,737 ab.). — Territorio feracissimo in granaglie, olio, vino, di cui si fa attivo commercio. Abbonda anche di alberi da trutta e il mare offre ricca e lucrosa pesca.
Licata (17,589 ab.). — Giace in riva al mare Africano, con un porto miglioralo non ha molto, e, guardata da est, presentasi tutta intiera allo sguardo in un bel panorama, distesa sul dorso di un monte in vetta al quale torreggia il vecchio Castel Sant'Angelo. Poco lungi dalla città il Salso, o l'liner a meridionale, dopo traversata un'immensa ubertosa pianura, viene a metter foce nel mare.
Entrando nella città dalla strada che corre a nord veggonsi, a destra e a sinistra, lunghe file di case le quali, slargandosi a poco a poco, fanno cerchio ad una piazza da cui diramansi due ampie strade che vanno a metter capo alla spiaggia da punti opposti e ricingono la città vecchia, non più chiusa e separata dalla nuova dalle antiche mura e dai baluardi sopra i cui avanzi sorgono ora nuove case e bei fabbricati. Ultima atterrata fu la gran porta che dava adito all'interno in cui risiedono la maggior parte delle chiese, delle case e dei fabbricati chestendonsi sino alla spiaggia
La maggior chiesa parrocchiale, costruita con le oblazioni spontanee degli abitanti, è vasta, sorretta da alte colonne marmoree con pavimento pure marmoreo e pareti ornate di stucchi e dipinti a fresco. Nel 1742 fu eretta da papa Clemente XII una insigne collegiata con magnifica cappella del Crocefisso e nella quale può ammirarsi un bel quadro del secolo XVI rappresentante la Natività. Anche nelle allre chiese di Licata veggonsi alcuni bei dipinti, e in quella dell'Ospedale e di San Domenico ve n'ha due notabili del Paladino. Bella la chiesa del patrono Sant'Angelo con cupola, colonne e pavimento marmoreo. Di buona architettura le facciate dell'ex-convento e della chiesa dei Minori Conventuali di San Francesco; notevole quella della chiesa del Carmine su disegno del rinomato architetto Giovanni d'Amico. Non ha molti anni fu dissotterrata la scala tagliata nella viva pietra appiè del monte di Licata.
Scuole elementari e Scuola tecnica, Ospedale. Congregazione di carità, Ritiro delle donzelle orfani, Ospedale degli incurabili fondato nel 1684, Monte di pietà, legati pii, ecc.
Licata è la più importante città commerciale della costa meridionale della Sicilia con esportazione ragguardevole di zolfo, granaglie, olio, pesce salato, soda, cotone, vino, ecc. Vi si contano non meno di 11 fra Consolali e Vice-consolati. Fabbriche di calce, cera, sapone, olio e paste alimentari. Armatori, spedizionieri, tipografi, librai, banche, stabilimenti di bagni, agenzia della Società di navigazione generale italiana, ecc. Miniera di zolfo che produce più di 1000 tonnellate annue di zolfo greggio di calcarone.
Cenni storici. — Sorge Licata nel luogo dell'antica Finzia (tvTt'«s, Phintiensis), fondata verso il 280 av. C. da Finzia tiranno di Agrigento che le diede il proprio nome e la costruì in ampie proporzioni con mura, templi ed agora. Ei quindi la popolò con gli abitanti di Gela, che distrusse compiutamente, costringendo l'intiera popolazione a trasferirsi nella nuova città da Ini fondata (Diod., xxu, 2, pag. 495). Finzia però non s'innalzò mai ad un grado d'importanza paragonabile con quella di Gela; essa è mentovata nella prima Guerra Punica (249 av. C.) per aver dato asilo ad una squadra romana la quale fu però assalita all'ancoraggio da quella dei Cartaginesi, e molte delle navi romane andarono a picco (Diou., xxiv, 1, p. 508).
Cicerone altresì allude ad essa come porto di mare che faceva un commercio