Girgenti
cittadini dallo altre parti della Sicilia e due anni dopo i diritti municipali ei privilegi furono determinati da Scipione Africano in un modo così soddisfacente che continuarono inalterati sino al tempo di Verre.
Cicerone fa reiteratamente menzione di Agrigento come una delle più ricche e popolose città della Sicilia; la fertilità del suo terrilorio e la convenienza del suo porto l'avevano trasformata in uno degli emporii principali del commercio granario (Gin., Verr. passivi). Certo è però che la non era ai di suoi una colonia romana od ò assai dubbio ch'essa mai lo divenisse, quantunque si legga che le fu concesso battere moneta con l'iscrizione latina Atjr'ajentum sino ad Augusto. Il Mominson (Das 11 imi srl te Miinz- )Yesen, p. 237) crede che Agrigento fosse sul medesimo piede di una Colonia latina come Neinansus (Nimes) nella Gallia. Se realmente ottenne il titolo e i privilegi di una colonia sotto quell'imperatore, dovette perderli tosto, dacché ne Plinio nè Tolomeo l'annoverano fra le colonie romane in Sicilia.
Da Augusto in poi noi non troviamo menzione storica di Agrigento sotto l'impero romano ma la sua esistenza continuata ò attestala dai geografi e dagli itinerari e finché la Sicilia rimase sottomessa all'impero greco, Agrigento è sempre ricordata come una delle sue citlà più ragguardevoli.
Fu una delle prime citlà siciliane che caddero nelle mani dei Saraceni nell'invasione dell'827. Essi vi si stabilirono trapiantandovi una nuova popolazione e soffocando sotto il semitismo gli ultimi rampolli dell'antica razza ellenica.
I Saraceni ne furono cacciati nel 1086 dai Normanni sotto Ruggero Guiscardo il quale la eresse, nel 1093, in sede vescovile. D'allora in poi segui le sorti dell'isola. Osserveremo soltanto che gravissimi disordini scoppiarono nel 16Ì8 in Girgenti per mancanza di grano.
E difficile determinare con precisione l'estensione ed i limiti del territorio di Agrigento che devono al certo aver variato grandemente secondo i tempi e le vicende; ei parrebbe però ch'esso si estendesse sino al fiume Imera a est e fosse confinato dall'Alien {Platani) a ovest, quantunque dovesse in un certo tempo allargarsi assai oltre quest'ultimo fiume; e dall'altro canto Eraclea Minoa, sulla sponda orientale dell'Alleo, fu per lungo tempo indipendente da Agrigento.
Verso l'interno arrivava probabilmente sino alla catena donde scaturiscono i suddetti due fiumi, i Nebrodi o le Madonie, che lo separavano dal territorio d'Imera
Fig. 89. — Pian la topografica delle rovine di Agrigento nel loro stato presente.
A. Tempio eli Vulcano; B. Tetnpio di Castore e Polluce; C. Tempio di Giove Olimpico; II! Tempio di Ercole; I . l'empio della Concordia ; F. Sepolcri ; G. 'l'empio di Giunone Lacinia; II. Tempio di l'roserpina ; 1. Sepolcri; J. Cimitero; K. Tempietto di Falaride; L. Sepolcro di Terone; M. Tempio di Esculapio i N. Città moderna; KR. Spiaggia.