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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Oirgenti
   345
   Fig. SS. — Girgenti : Porta della chiesa di San Giorgio (da fotogralia di Suumer).
   di bronzo arroventato, come leggiamo nella seconda Ode Pitia di Pindaro, traduzione del Borghi 0vunque jn 0dio è preso
   Di Fatando il nome, alma spietata, Glie ardea le genti all'eneo toro in seno.
   Da quel periodo sino al regno di Terone, un intervallo di circa 60 anni, 11011 abbiamo intorno Agrigento che la notizia casuale che fu governata successivamente da Alcamene e da A leandro (se in qualità di despoti o semplicemente di magistrati principali non è ben chiaro) e ch'essa pervenne ad un alto grado di ricchezza e floridezza sotto il loro governo (Eraclide, Polii., 37). L'antico Scoliaste di Pindaro però accenna ad una serie di principi, di cui l'ultimo, Enesidemo, fu padre di Terone.
   La data precisa del quando e del come Terone si recasse in mano il potere della sua città natia ci sono ignoti, ma pare ch'ei divenisse monarca di Agrigento sin dal 188 av. G. (Diod., xi, 53). Per mezzo della sua alleanza con Gelone di Siracusa e più ancora per l'espulsione di Tenilo da Imera e l'annessione di questa città ai propri dominii, Terone estese ed assodò il suo potere, e la grande invasione cartaginese del 480 av. C., che minacciò per qualche tempo di distruzione tutte le città greche in Sicilia, divenne da ultimo una fonte di crescente prosperità per Agrigento.
   te — La Patria, voi. V.