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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   I terremoti e le guerre dei bassi tempi atterrarono i) grandioso edilizio; ma rimanevano però sempre tre cariatidi colossali che sorreggevano un architrave e anche esse rovinarono il 9 dicembre 1401. In memoria di quel tesoro architettonico la moderna città di Girgenti volle prendere per stemma ì tre suddetti giganti che reggono col capo e con le braccia le tre torri col motto:
   SiijiuU Agrigentum ìHi'rabilis aula Girjantum,
   Di queste cariatidi colossali, dette volgarmente i Giganti, una ancora ne sussìste formata da vari frantumi accozzati dal professore R. Politi. Nel 1801 il marchese flaus ottenne dal Governo che quei nobili avanzi coperti dalle rovine fossero disseppelliti. Monsignor Airoldi, allora intendente per le antichità di Val di Mazzara, affidò la direzione dei lavori di sgombero all'archeologo, poeta ed avvocato Giuseppe Lo Presti, mercè le cui cure indefesse fu tratto in luce quanto ammirasi oggidì dei ruderi venerandi di quel tempio, il maggiore innalzato dai Greci in tutta l'Eliade.
   Trascorrendo il lalo longitudinale sinistro di codesto tempio di Giove si arriva in due minuti all'altro eosidetlo
   Tempio dì Castore f Poi.luce (fig. 85), il quale, per ordine della Commissione delle antichità dì Sicilia, fu fatto sgombrare dalla terra che lo copriva da molti secoli per opera dello scultore Villareale e degli architetti fratelli Cavallaro, che ne rilevarono la pianta e ne rialzarono quattro colonne, le quali erano in numero di 34, tredici nei lati e sei in ogni prospetto, comprese le prime angolari. Quelle quatlro colonne con capitelli, che ergonsi su quatlro gradini, sorreggono l'architrave, il fregio e il cornicione ornato dì teste dì leoni assai ben lavorate. Veggonsi puro gli avanzi delle pitture di color rosso, azzurro e paglierino. Il duca di Serradifalco è di parere che il tempio di Castore e Polluce (tempio di quelli detti da' Greci antichi Hexastylos Peripteros, fabbricato da essi), sia stato restaurato dai Romani. La sua lunghezza coi gradini era di 34 metri, la larghezza di 15.50, la lunghezza della Cella di 54.25, la larghezza di 5.70; l'altezza delle colonne col capitello di 6.45 e il diametro di esse di metri 1.18. La Cella era probabilmente ipetra.
   In vicinanza del tempio veggonsi antiche sostruzioni ed alcuni pàssi a nord-est da esso tempio (parallelo alla città di Girgenti dirimpetto), procedendo a traverso i prati all'orlo superiore, Io sguardo piomba in una gola rocciosa i cui declivi rosseggiatiti sono coperti di opunzie, mentre una ricca selva di aranci, limoni, ulivi, carabi ne riveste il fondo.
   In questa pittoresca conca rocciosa si congettura da molti che doveva stendersi anticamente la rinomata grande Piscina, costruita sotto Teronc. della circonferenza di sette stadii, brulicante di pesci e frequentata da molli cigni (1). Essa era già in decadenza e piena di fango ai tempi di Diodoro che la descrive (xi, 25; xnt, 72).
   Le cavità nelle pareti della roccia sono gli avanzi di stupendi acquedotti di dolcissime acque cristalline che metton capo alla rupe, dove sorge Girgenti Sono pure in altri siti gli avanzi delle antiche cloache, o i celebri conductus Pheacii, così detti dal nome dell'agrigentino Feace, l'architetto che li costruì, scavandoli nella roccia. Giravano sotto l'intiera città ed erano sì grandiosi e ben costruiti che non solo superavano quelli d' ogni altra città greca, ma erano paragonabili alla classica Cloaca Massima di Roma.
   Sulla roccia di rincontro e presso la ferrovia ergonsi, di mezzo agli uliveti ed ai vigneti, due fusti di colonne doriche senza base e senza capitelli piantati sopra quattro gradini Sono gli avanzi del Tempio detto falsamente di Vulcano, di costruzione greca.
   (1) Pitone sostiene che questa conca non poteva essere la Piscina, imperocché Diodoro assicura che questa era costruita fuori la città, mentre la conca divide questa in due grandiosi quartieri.