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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Oirgenti
   331
   l'i?- 78. — Rovine di Girgenli.
   dividevasi in cinque quartieri. Ora la città greca è coperta in gran parte dagli alberi e dai campi di grano. Aveva sull'orlo del ripido declivio meridionale una lunga ininterrotta linea di edilìzi monumentali, le cui rovine (fìg. 78) sono al dì d'oggi ancora le più belle della Sicilia. Il territorio d'Acragas offriva breccie conciligli fere, materiale eccellente, troppo tenero per le costruzioni, per cui gli edilìzi venivano rivestiti di stucco, del quale si vedono tuttora gli avanzi.
   Da porta Ponte, ora appellata Atenea (la porta orientale di Girgenti), si arriva al bel Giardino inglese con alberi, sedili, aiuole fiorite e quindi a destra della grande strada del porlo giù alla Passeggiata, spianata alberata con ampia veduta del mare. Passata la grande Caserma e YHotel des Temples si perviene alla chiesa di San Nicolò, edilìzio costruito dai Normanni nei secoli XI-XII e fabbricato sull'area di un antico tempio (fig. 79). II convento abbandonato conserva ancora tre archi acuti del secolo decimoterzo e la facciata della chiesa serba sempre il suo portone normanno restaurato (fìg. 80). A destra lungo la chiesa e a sinistra per un cancello si entra in un giardino ove trovasi il cosidetto Oratorio di Falaride, costruzione greca. E un tempietto in Antis, i cui pilastri hanno basamenti attici e capitelli dorici; fu trasformato in cappella fin dai primi tempi del Cristianesimo, e dedicato alla Madre di Dio. A destra, piena veduta della città moderna e, a sinistra, del mare. A nord, dietro