8
l'arte Quinta — Italia Insulare
Le provinciali sono:
lu I)a Gir genti a PcMrmo, per Castel l.errriìni, lunga chilometri 58.803;
2 Da (Urgenti a CaltanisseUa, per Favara, Castrofilippo,Canicattì, chilom.40.395;
3 Da (Urgenti a Trapani, per Porto Empedocle, Realmente, Siculiana, Mon-tallegro, Ribera e Sciacca, chilometri 52.851 ;
4° Da Sciacca a Trapani per Santa Margherita a Montevago, chilometri 41.000;
5° Da Gir genti a Licata, chilometri 28.211;
6° Da Sciacca alla Marina, chilometri 1.140;
7° Da Portello, Misilbesi al confine della provincia di Palermo, chilom. 20.540.
Oltre queste lia poi 107 strade comunali tra sistemate e da sistemarsi. Il circondario di Sciacca poi, con quelli di Jvicosia, Castroreale e Patti, supera la media di tutti i circondari della Sicilia per abbondanza di strade.
Antichità — Oltre i famosi tempii d'Agrigento, che descriveremo sotto Girgenti, la provincia contiene le rovine dell'antichissima e famosa Eraclea Mima, presso la foce del Platani (Alycus) e la punta o il capo Bianco, della quale giova recare qui l'istoria in succinto.
I due nomi Eraclea (ll^&dw) e Minoa (Mìvwa) erano connessi, rispetto all'origine, con due separate leggende mitologiche. La prima narrava che Ercole, avendo vinto nella lotta l'eroe locale Elice, ottenne con ciò il diritto sull'intiera porzione occidentale della Sicilia ch'ei riserbò espressamente ai suoi discendenti. Così leggesi in Diodoro, Erodoto e Pausania. Ei non fondò per altro una città od uno stabilimento; ma qualche tempo dopo, Minosse, re di Creta, inseguendo Dedalo, sbarcò alla foce dell'Alico o Platani, e vi fondò una città a cui diede il nome di Minoa; o, secondo un'altra versione, la città fu fondata da suoi seguaci dopo la morte dello stesso Minosse. Eraclide Pontico aggiunge che eravi già una città di nome Macara.
Le due leggende sono cosi distinte che Diodoro non dice ch'esse si riferiscano al medesimo luogo e noi non apprendiamo la loro connessione che dalla combinazione in tempi posteriori dei due nomi.
La prima notizia della città che noi troviamo nei tempi storici la rappresenta quale una cittadella ed una colonia di Selino sotto il nome di Minoa (Erg®., v, 4G), ina non sappiamo quando fu fondata.
Era in tal condizione quando Dorico lo spartano (fratello di Cleomene [) giunse in Sicilia con un gran numero di seguaci e coll'intenzione espressa di reclamare il territorio del suo antenato Ercole. Ma, venuto alle prese coi Cartaginesi e i Segestani, fu sconfitto ed ucciso in battaglia con quasi tutti i suoi compagni principali.
Euiileone, l'unico capo scampato, s'impadronì di Minoa la quale ora per la prima volta ricevette probabilissimamente il nome di Eraclea (Ehod., v, 42-46). Da quel periodo (510 av. C.) pare abbia portato comunemente codesto nome sebbene accoppiato, per distinguerla, con quello di Minoa. E Livio infatti dice : Heraclea quam vocant Minoa (xxiv, 35).
Narra Diodoro (ìv, 23) che la nuova città pervenne rapidamente a grande prosperità, ma fu distrutta dai Cartaginesi per gelosia della sua potenza crescente. Il periodo in cui ciò avvenne è incerto ed era registrato probabilmente nel libro decimo di Diodoro, libro che andò perduto ; ei non fa infatti menzione di quest'evento in occasione della grande spedizione d'Amilcare nel 480 av. C., al qual tempo noi