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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   236 di montagna. La superficie rimanente comprende terre sommerse e paludose, paludi prosciugate, risaie e terre irrigate da fiumi, canali e sorgenti.
   Orografia. — Le montagne che attraversano la provincia di Girgenti sono ramificazioni della grande catena centrale che interseca l'intiera Sicilia da capo di Faro a capo Boeo, La principale di queste ramificazioni, quella che forma il nodo dei monti più alti ed importanti per continuità nella provincia, quella si è che, spiccandosi dal monte Ballata a ovest di Petralia in provincia di Palermo, volgesi in prima a sud fino al monte San Giuliano, sopra Galtanissctta, e piega quindi a ovest finché, giunta a nord di Canicattì, si biforca, mettendo capo da una parte a capo Licata alle foci del Salso ; e dall'altra, proseguendo verso ovest, forma i monti del centro della provincia finché, ripiegandosi a sud, va a terminare a capo Linneo a sud dello sbocco del Platani, separando le concile dei due fiumi principali della provincia, il Salso e il Platani,
   I monti più notabili della provincia sono: il Cammarata (1578 m.), il monte Rose (1436 m.), il monte Longo (1406 m.), il Ficuzza (901 m,), il Caltabellotta (949 m.). Oltre codesti monti voglionsi ricordare moltissimi vulcanetti aerei, a fangosi coni tronchi, dai quali emana idrogeno carburato, le cosidette Maccalube (1), di cui già abbiamo tocco nella Descrizione generale preliminare della Sicilia.
   Idrografia. — Varii sono i corsi d'acqua che bagnano la provincia di Girgenti, fra i quali i seguenti:
   1. Il Platani, che ha le fonti presso Santo Stefano Quisquino, in provincia di Palermo a 700 metri d'altezza, e, dopo aver bagnato successivamente le provincie di Palermo, di Galtanissctta e di Girgenti, va a metter foce nel mare d'Africa, o di Sicilia, a capo Bianco. Il suo corso è di 110 chilometri in un bacino di 1717 chilometri quadrati. Il Platani (che vuoisi derivi il nome dall'arabo Ablathanonu, esprimente estensione e larghezza) chiamavasi anticamente AXuxo?, Alico, a cagione ev identemente della salsedine delle sue acque — circostanza comune anche a quelle del Salso — e proveniente dalle sorgenti salate, che abbondano in cotesta parte della Sicilia. Ebbe grande importanza storica per aver formato per lungo tempo il confine orientale dei domimi cartaginesi in Sicilia. Codesto confine fu stabilito primamente col trattato conchiuso nel 383 av. C. fra i Cartaginesi e Dionisio di Siracusa, e lo stesso limite fu di bel nuovo fissato col trattato fra essi e Timòleonte (Diod., xv, 17; xvi, 82). L'Alico è mentovato di bel nuovo da Diodoro nella prima Guerra Punica (249 av. G.) quale stazione in cui riparò la squadra cartaginese, sotto il comando di Gartalone, dopo l'assalto infruttuoso alla stazione dei Romani presso Finziade (Licata) dove aspettarono l'arrivo di una seconda squadra romana, sotto il console L. Giunio (Dion., xxiv, p. 508). Quantunque l'Alien, o il Platani, sia un fiume ragguardevole ed importante, è singolare che il suo nome non si rinvenga in alcuno degli antichi geografi.
   9. Il Salso, o I'Imera Meridionale, uno dei fiumi più ragguardevoli della Sicilia che nasce tra il pizzo Cerasa e il pizzo San Giorgio, bagna, come il Platani, le tre Provincie di Palermo, Caltanissetta e Girgenti e sbocca nel mare Africano o di Sicilia, a Licata dopo un corso di 144 chilometri, in un bacino di 1980 chilometri quadrati. Di cotesto fiume abbiamo già discorso abbastanza in addietro.
   (1) Maccaluba è una parola arabica {mcklùb) che significa acqua fangosa.