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Parte Quinta — Italia Insulare
città dei Siculi e pare non ricevesse mai una colonia greca. Nel 396 av. C. è mentovata da Diodoro come l'unica città siciliana che serbasse fede a Dionisio di Siracusa al tempo della grande spedizione cartaginese sotto f mi Icone. Per conseguenza noi troviamo che Dionisio, dopo la sconfitta dei Cartaginesi, conchiuse un trattato di alleanza con gli Assorini lasciandoli in possesso della loro indipendenza (Diod., xiv, 58, 78). In quel tempo sembra possedesse una certa importanza; ma in seguito non se ne trova più menzione che ai tempi di Cicerone in cui pare non fosse che una piccola città ma con la sua indipendenza municipale ed un territorio fertile in granaglie. Al paro delle altre città vicine soffrì molto per le estorsioni di Verre (Cic., Ferr., ni, 18, 43 ; ìv, 44), Apprendiamo da Plinio e da Tolomeo ch'essa continuò ad esistere sotto il dominio romano e l'odierna Assoro ne occupa indubbiamente il sito, come ne conserva il nome esattamente,
Secondo il Fazello gli avanzi delle antiche mura ed una delle porte esistevano ancora ai suoi tempi. Era situato come l'odierno, sopra un alto colle appiè del quale scorreva il Chrijsas o Dittairio, la cui Deità tutelare era venerata con riverenza particolare dagli Assorini e dagli abitanti delle città adiacenti. Come riferisce Cicerone, il suo tempio era situato a breve distanza dalla città sulla strada ad Enna; ed era riputato così sacro che Verre stesso non si attentò violarlo apertamente, ma i suoi emissari fecero un tentativo infruttuoso per rapire nottetempo la statua della Deità (Cic., Ferr., ìv, 44).
Afferma il Fazello che avanzi considerevoli di cotesto tempio vedevansi ancora ai dì suoi; ma la descrizione che ne reca indurrebbe a supporre ch'essi appartenessero ad un antico edilìzio d'altra specie (Fazell., De lieb. Siati., x, 2, p. 440).
Le monete antiche d'Assoro portano sul rovescio una tigura ritta col nome annesso di Cltrysas; non se ne trovano se non di rame e sono evidentemente di data posteriore, dal fatto che le leggende sono in latino.
Coli, elett. Nicosia — Dioc. Nicosia — P2 T. e Str. ferr. Catania-Palermo.
Nissorìa (2957 ab.). — In fertile territorio e in bellissima situazione fra Leon-forte, da cui dista 6 chilometri, e San Filippo d'Argirò, Grano, olio, frutta. Cave di bitume e di asfalto; sorgenti di petrolio. Traffico dei prodotti principali.
Cenni storici. — Prese il nome da un vastissimo feudo fra Agira, Assoro e Leon-forte appartenente al principe di Paterno, il quale, nella prima metà del secolo scorso, fondò il villaggio per riunirvi i coltivatori del detto feudo Coli, elett. Nicosia — Dioc. Nicosia — P2 T.
e
Mandamento di REGALBUTO (comprende il solo Comune di Regalbuto) — Territorio a colline situalo in vai Demone, fertile principalmente in cereali e vino, dei quali si fa un'esportazione ragguardevole. Scarso il prodotto che ricavasi dallo allevamento del bestiame.
Regalbuto (10,032 al).). — Secondo alcuni d'origine araba (Rahal-muth), siede sul pendio d'un'alta collina prospiciente l'Etna, presso la sponda destra del Salso, a maestro di Catania, a ponente di Adernò e a greco di Nicosia, lungo la via che da Palermo per Castrogiovanni conduce a Catania.
Belle strade nell'interno con eleganti fabbricali e belle chiese, fra le quali pregevolissime, per opere d'arte, affreschi e decorazioni in oro, quelle delle Grazie e degli Angeli Nella parrocchiale di San Basilio si conservano in un'arca d'argento le reliquie di San Vito. L'altra antica parrocchiale di S. Maria della Croce in un'ampia piazza ha una bella facciata. Collegio e due istituti di beneficenza; Opera dei poveri per la loro cura medica, con circa 1200 lire di annua rendita, e abazia Garagozzo, fondata nel 1648 con quasi 2300 lire annue di rendita per la pubblica istruzione; Biblioteca comunale, accresciuta poi da altre librerie claustrali