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Parte Quinta — Italia Insulare
già appartenenti al signor Gregorio Speciale. Commercio attivo in grani, vini, olii, ma poca industria.
11 bilancio preventivo del Comune di Nieosia era nel 1889 il seguente :
Attivo
Entrate ordinarie.......L. 162,401
Id. straordinarie.....» 52,291
Differenza attiva dei residui ...» 19,252
Partite di giro e contabilità speciali » 29,106
Totale L. 263,050
Passivo
Spese obbligatorie ordinarie . . . L. 132,084
Id. straordinarie. . » 80,417
Partite di giro e contabilità speciali » 29,106
Spese facoltative ........ 21,443
Totale L. 263,050
Cenni storici, — Greti osi che Nìcosìa sìa l'antica Erbita (EpfSix* di Stefano Bizantino e d Tolomeo), città dei Siculi, primamente mentovala verso il 445 av. C. quando era soggetta al governo d'un principe, o despota, di nome Arconide, il quale cooperò con Ducezio, duce dei Siculi, alla fondazione del suo nuovo stabilimento a Galacte, ora Caronia (Diod., su, 8).
Nel 403 av. C. fu assediata da Dionisio di Siracusa ma indarno ; e parecchi anni dopo la troviamo sempre in possesso della sua indipendenza contro quel monarca. Frattanto Arconide, ch'era sempre il reggitore di Erbita, continuò ad estendere il proprio potere fondando la colonia di Alaesa (nel luogo ora detto Santa Maria le Palate, presso la moderna Tusa e sopra il fiume Pettineo) sulla costa settentrionale dell'isola (Diod., xiv, 15, 16, 78).
Lo stesso storico ci dice che, avendo in seguito raggiunto un alto grado di prosperità, i cittadini di Alesa sdegnarono di riconoscere la loro discendenza da una città così inferiore qtial si era Erbita; ma il vero si è che Erbita non era una città priva d'importanza. Cicerone infatti la chiama honesia et copiosa civitas (Verr., ni, 32); essa aveva un territorio fertile ed esteso coltivato con grande cura e producente abbondanza di grano; gli abitanti erano solerti ed abili agricoltori (summi aratores) e formavano una razza tranquilla e frugale. Eglino ebbero però assai a soffrire pelle estorsioni di Verro per guisa che il numero dei coltivatori (aratores) fu ridotto da 257 a 120 e il loro territorio rimase quasi desolato (Cic., Verr., in, 18,32-34. 51).
Erbita è sempre ricordata fra le città siciliane così da Plinio come da Tolomeo: ma in seguito ne scomparisce ogni traccia e i dati per fissare la sua situazione sono assai incerti. Il Cluverio (Sicil., p. 329) pare si apponga al vero collocandola a Nieosia. La quale fu quasi distrutta dai Saraceni e ripopolata poi dai Normanni per mezzo di colonie che la rimisero in fiore. Nelle guerre fra gli Svevi e gli Angioini parteggiò per i primi e fu quindi travolta nelle guerre civili dei Chiaromonte. Nel 1624 fu devastata dalla peste e nel 1816 Pio VII la eresse a sede vescovile
Uomini illustri. — Diede i natali al matematico Bonomo, al botanico Nicosio S. Giaimo, al teologo Cotone, all'illustre letterato Francesco Testa, arcivescovo di Monreale, al medico e teologo Burgio, al giureconsulto Poiìzio, al filosofo e poeta Baldassarre Pagliso e ai precitati intagliatore Livofsì e pittore Mirabella.
Coli, elett. Nieosia — Dioc. Nieosia — P2 T.
Sperlinga (2036 ab.), — Sorge a 8 chilometri da Nieosia e a 791 metri sul mare, sull'erta di una montagna in cima alla quale è una fortezza creduta in altri tempi inespugnabile. Aria salubre, suolo fertile in varie derrate, pascoli ubertosi, molto bestiame e selvaggina.
Cenni storici. — Vogliono alcuni che Sperlinga e non Nieosia sia fabbricata sul luogo della predetta antica Erbita. Nel 1282 quando i Siciliani insorsero nei Vespri non seguì l'esempio delle altre città dando di piglio alle arm e diede, tutt'al contrario, asilo ai Francesi, cercati a morte, nella suddetta fortezza sulla porta della