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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quinta — Italia Insulare
   da Plinio fra le città stipendiarle e il suo nome trovasi anche in Tolomeo (Su,. Ital., xiv, 266: Plin., ili, 8, s. 14; Tolom., ni, 4, § 13).
   Nei primi (empi del Cristianesimo, il crudele Teftulio, preside dell isola per gli Imperatori, fece mettere a morte moltissimi cittadini che professavano la nuova fede. Fu quindi occupata dai Saraceni, dai Normanni e Federico III vi celebrò le sue nozze con la regina Costanza concedendo alla città molti privilegi. Parlecipò alle lotte dei baroni Siciliani nel secolo quattordicesimo, ed. occupata per forza d'armi dal conte Matteo Moncada e dai fratelli di lui, fu ripresa dal Re per la cui causa aveva sempre parteggiato. Nel Parlamento generale del 1398 gli fu dato il titolo di Gioconda. Presentemente non esistono rovine a Mineo, ma le monete di Me'neno, che son numerose, quantunque di rame soltanto, attestano la considerazione onde godeva anticamente la città.
   Uomini illustri. — Mineo vide nascere Antonio Flaminio. grecista e latinista dottissimo, autore di opere pregiate, morto sul principio del secolo decimosesfo; Giovanni Pattista Gian Lucco di San Francesco, astronomo rinomato; Ludovico Buglio, gesuita del secolo decimosettimo, teologo dottissimo e valente oratore, missionario nelle Indie e nella Cina ed autore, al dir dell'Ortolani, di molti volumi di materie ecclesiastiche in lingua cinese.
   Coli, elett. Mililello in Val di Catania — Dioc. Caltagirone — P2 T.
   Mandamento di MIRABELLA ÌMBaCCàRI (comprende 3 Comuni, popol. 9832 ab.). — Territorio parte in monte e fertilissimo principalmente in cereali e in olio.
   Mirabella Imbaecari (4641 ab.). — Sorge in colle isolato e vi si arriva da Piazza Armerina a traverso la valle riccamente alberata del Fiume dì Terranova e quindi per un'aperta campagna a granaglie con vigneti. Dista circa 12 chilometri da Caltagirone e credesi l'antica Imachara. Elegante palazzo baronale. Olio e grano.
   Cenni storici. — Fu fondata nel 1610 da Giuseppe Paterno che le diede il nome della moglie Eleonora Mirabella. Il costui figlio Giacinto, trovatone il luogo insalubre, ne ordinò l'abbandono e la fece ricostruire nel 1635 (25 anni dopo) sul poggio d'Tmbaccari donde il nome composito di Mirabella Imbaecari. Nel secolo XVIII venne in possesso dei Trigona e quindi dei Paterno Castello di Piscari.
   Coli, elett. Caltagirone — Dioc. Caltagirone — P2 T.
   San Cono (1636 ah.). — Borgo in suolo fertilissimo, a 5 chilometri da Mirabella Imbaecari e a circa 26 dal mare Jonio. Viti, frutta, biade ed ulivi.
   Cenni storici. — San Cono fu fondato nel 1784 dal feudatario marchese Ottavio Trigona e fece parte sino al 1860, come borgata, del Comune di San Michele di Gan-zaria. Allo scoppio della rivoluzione del 1860 fu devastato dalle infuriate truppe borboniche. Nella regione adiacente veggonsi sparse molte grotte e caverne profonde.
   Coli, elett. Caltagirone — Dioc. Caltagirone — P2 ivi, T. a San Michele di Ganzaria.
   San Michele di Ganzarla (3555 ab.). — Detto lanzaria dai Saraceni e anche Casale dei Greci, per molte colonie venute dall'Epiro, come vedesi anche dal nome degli abitanti. Giace in luogo ameno e salubre sopra un monte alle cui falde scorre verso ovest il fiume di Terranuova, a 6 chilometri da Mirabella Imbaccali. Varie sono le cose notabili fra cui alcune belle case e qualche elegante chiesa. L'ampio e fertile territorio vien coltivato particolarmente a grano ed altri cereali, a viti, ulivi, alberi da frutta di varie specie, i quali dànno, nelle buone annate, raccolti copiosi. Sonvi anche boschi ed ottimi pascoli per l'allevamento del bestiame in discreta quantità. Vi si trovano anche alcune cave di marmo.
   Cenni storici. — Fu feudo dei Gravina principi di Montevago. Il terremoto del 1693 danneggiò assai l'abitato che fu restaurato a spese del feudatario e dei più