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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Ciicondario di Caltagirone
   303
   Curio Carata, barone «li Occhiala, fece riedificare la città distrutta dal tri muoio a 2 chilometri dall'aulica in luogo piano e >alubrc dandole il nome di Granimichele. Volle clic le vie Sdissero little da un'ampia piazza esagonale fiancheggiata da belle case architettonicamente uniformi e che sei piazze minori adornassero quelle lunghe vie rettilinee clic rassomigliano ad altretlanli raggi di un circolo. Nel secolo XV11I \i fu costruita una magnifica parrocchiale dedicala a San Nicolò e vi sorsero pure ali re cinque chiese filiali.
   Cereali, \ino, cotone, gelsi, olivi, orzo, fichi d'India, aranci e molte altre fruttai pascoli, grosso e minuto bestiame. Pietra da laglio, ili qualità dolce, dura, bianca, concliigliosa, arenosa, e pietra nera vulcanica. Varie qualilà d'argilla per la fabbricazione delle stoviglie. Sono notevoli i monumenti greco-siculi nei dintorni, scavali nella lerra e chiusi ncll imboccatura da massi di pietra. Vi si rinvennero ossa umane, qualche moneta e vasi di creta, alcuni dei quali verniciati in nero, con effigiate figure guerresche e mitologiche.
   Cenni storici. — Fn costruita quando il terremoto del 1693 distrusse l'aulica Occhiala fra Caltagirone e Mineo. Il luogo ove sorge era feudo di Carlo Maria Cara fa Ora nei forti San Pau l'arresi, principe di Bulera, il quale ne promosse e agevolò come abbiam dello la costruzione. L'antica Occhiala od Occlutlà, vuoisi fosse l'antica Kchetla ( K/It).«), città o fortezza della Sicilia sui confini del territorio siracusano, fe mentovala primamente da Diodoro, il quale ci dice che fu occupata nel 309 av. C. (durante l'assenza di Agalocle in Africa) da un corpo di truppe al servizio di Siracusa, il quale devastò di là i lerritorii di Leontim e Cainarina. Ma fu poco appresso conquislata, nonoslante la sua forte positura, da Xenodico di Agrigento che le ridiede la libertà (lbon., xx, 32). È ricordala di bel nuovo da Polibio (ì, 15) come situata sui confini del territorio siracusano (quale esisteva sotto Ierone 11) e quello dei Cartaginesi: fu assediala poi dai Romani al principio della prima Guerra Punica.
   Sono queste le sole notizie clic abbiansi dì Echetla e il nome non rinviensi nò in Cicerone ne nei geografi antichi. Ma la suddetta dala accenna ad una situazione nell'interno dell'isola a ovest di Siracusa; quindi il Fazello e il Cluverio bene si appongono probabilmente identificando Echetla con la suddetta Occhiala poco discosta dalla moderna città di Irammichele e ad est da Caltagirone, ove, al dir del Fazello, erano sempre visibili grandi rovine a' suoi tempi.
   Là città occupava la vetta di una collina alta e precipite e continuò ad essere abitala sino al 1693 in cui fu distrutta, come dicemmo, dal tremuoto e gli abitanti scesero all'altipiano sottostante ove edificarono Grammichele (Fazell., x, 2, pp. 446, 450; Amic., Lex. Tùpogr. Sic., voi. ti, p. 150; Cluv., Sicil., p. 3C0).
   Coli, elett. Caltagirone — Dioc. Caltagirone — P T.
   Licodia Eubea (6222 ab.). — Borgo popoloso a 40 chilometri a scirocco da Calta-girone, ha edilìzi discreti con varie chiese fra cui quelle dei Carmelitani, dello Spirito Santo e dell'Ospedale, con pregiali dipinti; rovine d'antico castello; antro d'origine greca, con varie diramazioni e ricordante i bei tempi d'Eubea. Negli scavi di sepolcreti si rinvengono talvolta vasi, monete d'oro, d'argento e di rame ed altri oggetti delle epoche greca e romana. Sorgenti abbondanti e vi scorre in fondo ad amenissima valle il Birillo, che alcuni vogliono sia l'antico Achates (1).
   (1) L'Achates ('A-/*tr,;), fiumicello della Sicilia mentovalo da Silio Italico per la limpidezza delle sue acque (perlucentem splendenti cjurrjite Achaten, xiv, 228) e da varii altri scrittori come il luogo ove rinvenivansi le agate e da cui derivarono il nome di lapis Achutea, che conservarono in tutte le lingue moderne, fu identificato dal Cluverio (seguito dalla più parte dei geografi moderni) col Dirilln