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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2-50 Parte Quinta — Italia Insulare
   A quel tempio aìitichissimo traevano i pellegrini, non solamente dalla Sieilia, ma anche dall'Italia. Esso porgeva eziandio un asilo inviolabile agli schiavi sottrattisi con la fuga alla tirannide dei loro padroni ed i quali potevano farvi i loro patti che, pel terrore ispirato dal luogo, erano religiosamente osservati dai detti padroni. Non si conosce esempio, al dir di Diodoro, di un padrone che abbia mancato alla parola data ad uno schiavo nel tempio. Al quale andava annessa tal santità che i giuramenti presi in nome dei Dei Palici toccando il cratere andavano annoverati fra i più solenni che potessero imporre gli Antichi. Là convennero nel 105 av. C. gli schiavi insorti ed. indossarono, nel tempio degli Dei Palici, la regia porpora al loro duce Trifone.
   Più rinomato ancora era il santuario come tribunale in cui istiluivasi una specie di giudizio di Dio per coloro che volevano scolparsi e giustificarsi con un giuramento
   L'accusato, in sottoveste, inghirlandato e con in mano un ramoscello, accostavasi al cratere con le due sorgenti, le toccava e profferiva il terribile giuramento scritto sopra una tavoletta dall'accusatore. Quindi ei gittava la tavoletta nel cratere ribollente; se galleggiava alla superficie, l'accusato era innocente; se invece sprofonda vasi era spergiuro e veniva gettato nel cratere od accecato.
   Tranne il suddetto tempio e i suoi annessi altro non eravi anticamente presso il lago di Palici; ma nel 453 av. G., Ducezio, il celebre capo dei Siculi, fondò presso al lago una città cui diede il nome di Palica (IMistvQ ed in cui trasferì gli abitanti di Menaenum (Mineo) e di altre città adiacenti, Codesta città giunse in breve tempo ad una grande prosperità, ina fu distrutta poco dopo la morie di Ducezio e non risorse più (Dion., xi, 88, 90). Quindi le notizie di essa in Stefano di Bisanzio e altri scrittori non possono riferirsi che a questo breve periodo della sua esistenza (Stef. Biz„ s. v. IkXtxr,), La moderna città di Talagonia credesi conservi le tracce del nome di Palica, ma non occupa certamente il luogo della città di Ducezio, come quella ch'è situata sopra un alto colle a qualche distanza dal lago di Naftia.
   Alcuni avanzi del tempio e di altri edilìzi erano ancora visibili a' tempi del Fazello in vicinanza del lago. Il luogo è descritto appieno da lui e più recentemente dall'abate Ferrara (Fazf.ll., De reb. Sic., ni, 2; Ferrara, Campi Flegrei della Sicilia, pp. 48, 105).
   Nel circondario di Caltagirone si esportano frumento e cercali da tutti i Comuni; orso da Licodia, Mineo, San Michele e San Cono; fave e leguminose da Licodia, Mili-tello, Mirabella, Patagonia, San Cono e San Michele; vino da Caltagirone, Licodia e Mirabella; agrumida Caltagirone, Grammichele, Mililello e Palagonia; olio daLicodia, Militello, Mineo, Palagonia e San Michele; sommacco da Militello e Vizzini; cacio, lana, miele, cera, cuoi conciati da Vizzini. Importasi olio nei Comuni di Grammichele, Raddusa e Ilammacca; vino in quelli di Mineo, Raddusa, San Michele e Ranunacca.
   I bilanci preventivi per l'anno 1889 dei 12 Comuni componenti il circondario di Caltagirone si riassumevano nelle cifre seguenti :
   Attivo Passivo
   Entrate ordinarie ...... L., 1,144,167
   Id. straordinarie.....» 171,133
   Differenza attiva dei residui . . » 25,801 Partite di giro e contabilità speciali » 205,708
   Totale L. 1,546,899
   Spese obbligatorie ordinarie . . L, 788,098
   Id. straordinarie . * 316,820
   Differenza passiva dei residui . . » 2,624
   Partite di giro e contabilità speciali » 205,708
   Speso facoltative ....... 233,643
   Totale L. 1,540,899