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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quinta — Italia Insulare
   una preziosa antichissima mummia. Non mancano gli istituti di beneficenza: Ospedali, Asili, Pii legati e Monti di prestito.
   Intorno a Paterno stendesi un territorio fertilissimo ; la zona boschiva è di poca importanza mentre estesissima èia zona coltivata II rinomato alabastro zonato di Paterno è prodotto dai depositi calcarei delle acque calcarifere i quali incrostano le lave. L'industria conta fabbriche di laterizi, di liquirizia, di paste alimentari, di saponi, ecc. Ranca popolare.
   Paterno è celebre nella sloria antica per la ricca e bella produzione di miele, onde rimasero tramandati anche a noi i paragoni arcadici, sulla rinomata dolcezza dei favi iblei, tanto celebrati dai poeti. Oggi esso, senza venir meno a tale faina, ne ha acquistata altra importantissima, essendo centro d'una ricca produzione di bellissime arance, che primeggiano per la loro bontà e in tutti i mercati del mondo. Questo Comune è il secondo, dopo Catania, che trovasi allacciato al capoprovincia mediante la novella ferrovia Circumetnea.
   Cenni storici. — Non meno di tre antiche città siciliane portavano il nome d'Ilybla, città spesso confuse e assai difficili a distinguere. La maggiore e la più ragguardevole, detta perciò llybla Major o Magna (sul cui luogo vuoisi sorga ora Paterno), era situata sul pendio meridionale dell'Etna non lungi dal Simeto Quindi è che Pausania (ai tempi del quale aveva cessato di essere città indipendente) la descrive come situata nel territorio di Catania.
   Per simil guisa noi la troviamo ricordata da Tucidide (vi, 96) come situata fra Catania e Centuripe, cotalchè gli Ateniesi, tornando da una spedizione contro quest'ultima città, devastarono i campi di grano degli Inessei e degli Iblei. Era evidentemente una città sicula: e quindi in un periodo antecedente è mentovata fra le altre città dei Sicelii nell'interno dell'isola che Rucezio tentò di unire in una lega comune, ed a cui gli Iblei soltanto non vollero aderire (Diod., xi, 88).
   E fuor d'ogni dubbio che tutti i suddetti passi si riferiscono all'/Wa Etnea; e sembra probabile che la città d'Ibla. assalita dagli Ateniesi poco dopo il loro sbarco in Sicilia (Tucro., vi. 62) ma senza successo, non fosse altro che quesfa, quantunque Tucidide la chiami Hi/bla Geleatis, epiteto creduto generalmente proprio della seconda città di questo nome.
   Durante la seconda Guerra Punica, Livio fa menzione di un'Ibla come una delle città che furono indotte a ribellarsi ai Cartaginesi nel 211 av. C., ma furono prontamente ricuperate dal pretore romano M. Cornelio (Liv., xxvi, 21). Al tempo di Cicerone gli Iblei (gli abitanti, non ha dubbio, dellTbla Etnea) formavano una ragguardevole comunità municipale con un territorio ferace di grano (Cic., Ferr., in, 4-3) ; ed Ibi a è una delle poche città nell'interno della Sicilia che Pomponio Mela reputa meritevoli di menzione. Il suo nome occorre eziandio tanto in Plinio, che la pone fra i populi stipendiarli dell'isola, quanto in Tolomeo. È quindi strano che Pausania sembri parlare d'Ibla come affatto desolata ai suoi tempi. Il passo è però cosi confuso che è difficilissimo dire di quale delle tre Ible egli intenda parlare.
   Noi non ne troviamo poi più notizia quantunque un'iscrizione dei tempi cristiani, trovata a Catania, par riferiscasi ad Ibla come sempre esistente sotto il suo nome antico (Castell., Inscr. Sicil., p. 253, n. 42).
   Il sito d'Ibla non si può fissare con certezza : ma la posizione suggerita dal Cluverio a Paterni) è abbastanza probabile e deriva valida conferma dalla scoperta fatta in questa città di un altare dedicato a Veneri Victrici Hyblensi (Cluveiì., Sicil., p. 235; Castell., Num. Vet. Sicil, p. 36). La difficoltà della determinazione del sito proviene dalla nostra incertezza riguardo a quello della vicina città d'Etna di cui abbiamo parlato.
   Paterno fu feudo, con titolo principesco, della famiglia Moncada.