Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (303/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (303/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni del Circondario di Caltagirone
   275
   medesima eruzione. Questa fossa si apre tra Nocella e Fusara e fu esplorata per intero dal geologo Mario Geminellaro che vi pose la seguente iscrizione: Mttrim Gemmellants primus ima haec in tartara venit. Questa fossa è profonda metri 10 e lunga metri 155. Il cratere di essa fa supporre essere stato uno sfiatatoio della sotterranea corrente che sboccò poi più basso, ove si alzarono i monti Fiossi.
   Nell'interno Nicolosi ha buoni edifizi, lunghe vie, ampia piazza davanti la chiesa matrice, un casino elegante, un albergo pei poveri, un teatro comunale, una grande e profonda cisterna pubblica, alberghi pei viaggiatori ed una collezione preziosa di prodotti vulcanici nella casa dei celebri signori Gerii niellare, così benemeriti degli studi etnei.
   Cenni storici. — Questo Comune già devastato da due eruzioni dell'Etna, l'una nel 1538, l'altra nel 1G69, clic apersero nel suo territorio enormi voragini e quasi seppellirono tutto l'abitato e i campi sotto la lava, subiva nuova catastrofe fra il 1 e il 2 ottobre 18S5. Terribili scosse di terremoto fecero crollare o resero pericolose ad abitarsi gran parte delle case. La chiesa principale diventò inservibile e si dovette costruirne una provvisoria in legno. Gli abitanti parte fuggirono, parte soggiornarono varii giorni ali aperto. Si dovette ai 'pronti ed eroici soccorsi della truppa se, in proporzione alla gravità della catastrofe, non vi furono vittime.
   Nel maggio del 188G poi il territorio di Nicolosi fu terribilmente danneggiato dalla lava che quasi invadeva il paese e si arrestò come per miracolo il G giugno a breve distanza, vale a dire, 300 metri dalle prime case; gli abitanti, che avevano abbandonato il territorio, vi fecero ritorno il 12 dello stesso mese.
   Coli, elett. Paterno — Dioc. Catania — P2 T.
   Mandamento di BIANCAVILLA (comprende il solo Comune di BianCavilla). — Territorio ubertosissimo in cereali, cotone, seta, soda e principalmente in piante fruttifere. È annaffiato riccamente dalle sorgenti dell'Etna, ma va soggetto ai tremuoti.
   Biaucavilla (13,373 ab.). — In vai Demone, a 31 chilometri da Catania. Non lungi dal paese, nella regione detta Soliccltiata, il barone Spedalieri ha fondato un importante Stabilimento enologico. A 100 metri sotto il Piano del Lago è la Grotta di Seilà, tutta di lave basaltiche ; e il cosidetto monte Calvario (58G ni.) contiene una roccia vulcanica particolare. Cotone rinomato.
   Cenni storici. — Fu anticamente una colonia albanese fondata nel 1480 (di che piglia anche il nome di Greci) quando giunsero in Sicilia colonie di Epiroti che fuggivano dai Turchi È una stazione di guide all'Etna.
   Uomini illustri. — Diede i natali a Francesco Gemma, medico e poeta che visse nel secolo scorso e pubblicò un poema intitolato L'incendio di' Mong ih elio.
   Coli, elett. Bronte — Dioc. Catania —• P2 T.
   Mandamento di BRONTE (comprende 2 Comuni, popol. 19,753 ab.). — Il territorio produce in copia vino eccellente, grano, mandorle, pistacchi, formaggi, ecc., tutti prodotti che superano il consumo locale e perciò si esportano. In qual che luogo rinviensi argilla ottima per la fabbricazione delle maioliche.
   Brente (1G,G12 ab.). — Alle falde dell'Etna e a 31 chilometri da Catania, frale caverne d'arenaria di Maletto e monte San Marco. Bronte in greco vuol dire tuono e Bronte era il nome di un ciclope figlio dei Titani che fabbricavano, secondo la favola, nelle viscere dell'Etna i fulmini di Giove. Ma la città sorse in tempi recenti, vale a dire sotto Carlo V, formata da alcuni casali appartenenti al dominio del convento Maniace, distante 3 ore e mezza sul Simeto, presso il luogo ove il generale bizantino Maniace sconfìsse, coll'aiuto dei Normanni, i Saraceni, Di questo convento, costruito nel 932 in commemorazione della vittoria, esistevano ancora le rovine nel secolo XVI, ma sono ora scomparse per esserne stati adoperati, dicesi, i materiali