Mari'],'unenti e Comuni ilei Circondario di Catania
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ma taluni credono sia stato solamente rifatto dal conte Ruggero. Tu Misterbianco e Motta, a Erbe bianche, si osservano i resti d'un edilìzio romano e le rovine di antichi bagni chiamate oggi .Dannisi. Vino, cereali e traffico di essi e degli altri prodotti agrari.
Cenni storici, — Fu feudo, con titolo di baronia, della famiglia Moncada dei principi di Paterno.
Coli, elett. Catania 11 — Dioc. Catania — P3 T. e Str. ferr. Catania-Caltanissetta.
Mandamento di ADERNÒ (comprende il solo Comune di Adernò). — Territorio alle falde dell'Etna e ferace principalmente in cereali, vini, frutta. Vedute stupende, fra le altre quella delle magnifiche cascate del Simeto discoste 8 chilometri dal capoluogo.
Adernò (20,100 ab.). — Gentile e florida città murata, a circa 28 chilometri dal mare e a HO da Catania, con belle strade e teatro elegante. Primeggia fra gli edilìzi la chiesa maggiore ornata nell'interno di grandi colonne di lava tirate da un antico tempio, e di dipinti pregie\oli dello Zoppo di Ganci. Sulla piazza sorge il castello abitato nel 1084 da Ruggero I e dalla sua nipote Adelasia, quadrato longitudinale con torre sporgente e torricelle sugli angoli. Nel secondo piano, cappella ad archi acuti con abside in fonna semi-circolare; sulle pareti, avanzi di freschi coll'istoria di Adelasia la quale nel 1157 prese il velo monacale nel monastero di Santa Lucia da lei fondato. Ospedale eretto nel 1568. Abbondanza d'acque, agrumeti, cereali, vino, fruita, canape, cotone ed ortaglie con esportazioni. Fabbriche di laterizi, sapone, paste alimentari, e di vini spumanti a uso Sciampagna.
Da Adernò la strada s'inoltra in alto sopra la valle del Simeto lungo i pendii occidentali dell'Etna il quale ora primamente si presenta, nei campi deserti di lava e nelle devastazioni, in tutta la sua potenza formidabile. Si traversa una serie di correnti di lava (del 1610. 1727, 1763, 1787 e 1843, pochi chilometri di qua di Bronte) le quali sono prive di vegetazione e nudriscono alcune oasi di alberi da frutta e eli campi. Iu alto comparisce un numero di crateri laterali : monte Isicldati (1272 m.), monte Peluso (1274 mu), monte Miliardo a pan di zucchero (1302 m.) e monte Bovolo (1334 m.).
Cenni storici. — Adernò è l'antico 'ASpvo'v (Adranum o Hadranum). Sappiamo da Diodoro (xiv, 371) che ivi esisteva antichissima mente un celebre tempio di una deità locale, Adrano, dio della guerra e del fuoco, venerato in tutta la Sicilia, coi suoi 1000 superbi cani sacri e il cui culto pare fosse connesso, al dire d'Esichio, con quello dei Palici. Di cotesto tempio antico credonsi conservati gli avanzi nelle sustru-zioni in pietre regolari di lava senza cemento nel luogo detto Castel! emi nel giardino di San Salvatore. Palermo ; ma non fuvvi città di nome Adrano che nel 400 av. G., in cui fu fondata da Dionisio il Maggiore con la mira di estendere il proprio potere e l'influenza nell'interno dell'isola.
Essa continuò probabilmente a dipendere da Siracusa, ma, nel 345 av. G., cadde in potere di Timoleone (Plut., Timol., 12). Fu una delle città prese dai Romani al principio della prima Guerra Punica e per questa ragione probabilmente continuò ad essere poi in relazione con Roma, inferiore a quella della maggior parte delle altre città siciliane. Ciò può per avventura spiegare la circostanza che il suo nome non è mentovato da Cicerone; ma noi apprendiamo da Plinio ch'essa era compresa, ai tempi suoi, nella classe delle stipendiariae civitates di Sicilia (Pm\, IL N., ni, 8).
Diodoro e Plutarco parlano di Adrano come di una piccola città debitrice della sua importanza principalmente alla venerazione del suddetto suo tempio ; ma gli avanzi esistenti attestano ch'essa doveva avere una certa importanza. Consistono essi in porzioni deìle mura antiche e delle torri costruite in grossi massi quadrati di lava, in
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