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Parte Quinta — Italia Insulare
superiore, animata dalle acque di Licodia, come l'inferiore lo era da quelle fresche e cristalline dell'Amena no Altri avanzi si sono rinvenuti qua e là, dimostranti esistere anche dei bagni privati nelle case dei signori. Nella maggior parte di questi monumenti il genere della fabbrica, la maniera di costruire le volte, l'abbondanza di malta impiegata a legare le pietre, e finalmente l'abitudine di rinforzare talune parti con grossi mattoni di terra cotta, mostrano quasi con certezza che tutte queste costruzioni datano dal tempo dei Romani.
Necroterii, — La parte fra ovest, nord ed est della città, oggi occupata da giardini, e parte dalla piazza Stcsicoro e Carlo Alberto, erano destinati a camposanto. Credesi che in questo segmento siasi rinvenuto il sepolcro di Stesicoro. Negli scavi fatti al nord e all'est della città si sono trovate un gran numero di tombe antiche, di cui le più importanti sono :
Il sarcofago ornato di figure in Sant'Agata la Vetere, nel quale dicesi che fossero riposte le ceneri di Sant'Agata. E il solo monumento romano, in questo genere, di qualche importanza che esista ancora in Catania. Il Colombario sotterraneo della Chiesa della Mecca (piazza Santa Maria di Gesù), contiene 18 nicchie. Le due tombe presso Santa Maria di Gesù, di cui una ben conservata. La tomba nel giardino dei Minoriti (al sud dì Santa Maria di Gesù) contiene 0 nicchie. La tomba a volta sovrapposta, scoperta nel 1730 al nord-ovest del Convento di San Domenico. La vòlta sotterranea di SanVEuplio (via omonima) con delle nicchie quadrate. La Camera ottagonale arcuata contenente 3 nicchie nel palazzo Bonaiuto. Fino a quest'ora non si sono trovate nelle tombe antiche nè iscrizioni, nè monete, nò altri oggetti che potessero dare indicazioni sull'età di queste sepolture.
Ninfeo, — Trovavasi nelle vicinanze dell'ex convento dei Benedettini, e consisteva in una fontana alimentata da un grande acquidotto, e consacrata alle Ninfe. Nel 1771 il principe di Biscari trovò in questo luogo un marmo avente da un lato tre distici greci e dall'altro una iscrizione latina. I primi celebrano la consacrazione della fontana alle Ninfe; la seconda ricorda la ristaurazione del Ninfeo per opera di FI. Arsiuius, consolare della provincia di Sicilia. Questa iscrizione conservasi nel museo del diligente scopritore. Pochi anni addietro, nello scavarsi le fondamenta di un corridoio del Reclusorio delle Verginelle, apparve il lungo condotto delle acque, e si rinvennero marmi e mattoni che al Ninfeo appartenevano. Furono illustrati da Sciuto Patti.
Naumachia (via Plebiscito). — Era un luogo destinato a combattimenti navali. Bolano, scrittore del secolo XVI, parla di taluni pezzi di mura a doppia fila che ai suoi tempi ancora scorgevansi dinanzi la porta della Decima (oggi via omonima); ma quel locale fu in parte colmato dalla lava del 1669. Scavandosi in questi dintorni spesso s'incontrano ruderi che sembrano appartenere ad un tale edificio.
Acquidotto. — La floridezza di Catania durante i primi tre Secoli dopo l'arrivo dei Greci, l'esistenza delle terme, del ginnasio, del museo, della naumachia, e di altri edilìzi di cui le città greco-sicule erano fornite, mostrano manifesto che la città doveva godere di abbondanti acque. Esisteva dunque in quell'epoca un grandioso acquidotto, il quale, compiendo il corso di quasi 27 chilometri, portava le acque in Catania, essendo insufficienti quelle dell'Amenano. Restano di questa costruzione solo alcuni avanzi. In Licodia sussiste la parte inferiore del castello, il canale sotterraneo fino alla Civita, dove rimane ancora una parte dell'arcata. Il canale incavato nella lava si vede fino a Valcorrente coi resti dell'altro castello. Vicino a Misterbianco si trovano tratti del canale sotterraneo. In Catania esistono alcuni avanzi nella contrada Sardo. A Licodia si è trovata una iscrizione, della quale nel museo Biscari si conservano le due parole CVRATO-MAGVL... (curatores acquarum Q. Macidnius),