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Parte Quinta — Italia Insulare
Agata condotta al martirio, di bollissimo effetto, con questa iscrizione : Bernardinus Niger Grecus faciebat, 1488 (1),
Santa Maria della Grotta (piazza Carlo Alberto), — Credesi che i primi cristiani venissero nel sotterraneo di questa chiesa a compiere i sacri riti allorché non era permesso compierli in pubblico. Avvi un'immagine di Maria Vergine a fresco, che dicesi dipinta fin d'allora, in fondo ad una grotta scavata nel vivo masso, e si vede ancora l'altare a gran pezzi di lava rustica su cui celobravasi il sacrifizio della messa in quei tempi di persecuzione e di sangue.
Santa Maria di Gesù (in piazza omonima). — Sorge in mezzo a giardini di aranci e di limoni; è un luogo mollo poetico. La chiesa ed il convento sono stati ricostruiti nel 1G93, secondo lo stile del secolo XVI. In uno degli altari trovasi una statua in marmo del Gagini condotta nella sua gioventù. È notevole la cappella del principe Alvaro Paterno e per l'architettura e per i marmi. Dentro una nicchia di essa cappella vi ha il busto dello stesso Alvaro, che taluni, anzi che al Gagini, vogliono attribuire al Buonarroti di cui l'Alvaro era amico.
Chiesa dei Cappuccini (in piazza Stesicoro). — Vi ha da notare un quadro della Madonna della Speranza di Domenico Guasqua, messinese, noto comunemente col nome di fra Fehciano. Al di sotto della chiesa è un vasto sotterraneo, destinato una volta a sepoltura, a similitudine di quelle del convento cappuccino di Palermo,
San Domenico (poco sopra la chiesa dei Cappuccini). — Fu innalzata nel 1420. Vi si ammirano un quadro di San Domenico di ignoto autore ed altro sopra tavola della Madonna del Rosario, reso importante pel fatto storico che rappresenta nei personaggi genuflessi e negli altri in fondo, cioè Clemente VII e Carlo V riconciliati nel 1530 pel concordato di Bologna, il cardinale Farnese poi papa Paolo 111, il cardinale Salviati, Francesco Sforza duca di Milano e Alessandro dei Medici.
Chiesa del Rosario (in via Santa Agata), — Fu eretta dopo il tremuoto del 1G93, pel quale era rovinato tutto il convento ad essa riunito. Vi è da osservare una Madonna del Rosario del cavaliere Conca, e un San Vincenzo Ferreri di Pietro Paolo Vasta. Vi ha un bell'organo in fondo all'abside.
Chiesa del Carmine (piazza Carlo Alberto), — Fu innalzala in origine intorno al 1050. In seguilo, nel 1200. accolse i frati del Monte Carmelo, fuggiti dalla Palestina, in un convento all'uopo eretto dall'imperatrice Costanza, moglie di Arrigo IV. Rovinata col tremuoto del 1G93, venne ricostruita immediatamente dopo. E a tre navate, ed è la più grandiosa chiesa di Catania dopo quella dei Benedettini. Riccamente decorala, vi si osservano dipint; di Olivio Sozzi e di Zacco. L'annesso convento, vasto e spazioso fabbricato, venne tramutato in Caserma militare.
Chiesa Minoriti (via Stesicoro-Etnoa). — Bella e grandiosa chiesa a tre navate, con elegante cupola, adorna da bellissimi dipinti, uno dei quali del secolo XV sopra tavola, rappresentante San Michele Arcangelo. Vi si ammira un organo stupendo, fattura dei fratelli Scrassi di Bergamo, Il vasto edificio del convento contiguo racchiude la Prefettura e gli uffizi provinciali. Ila bellissimo prospetto nella cennata via. Architettura del Battaglia Antonino, catanese.
Fra i Monasteri ricorderemo i due seguenti:
Monastero di San Giuliano (in via Crociferi). — Si crede fondato da San Gregorio verso la fine del secolo VI, o, secondo altri, da un certo Giuliano che viveva ai
(1) Secondo la leggenda, Sant'Agata, patrona di Catania, di nobil famiglia catanese, nonostante l'editto di Decio, si convertì al Cristianesimo, ed avendo respinto l'amore del luogotenente Quin-ziano, fu da lui denunziata come cristiana e condannata ad orribil martirio in carcere il 5 febbraio 251. Il suo corpo fu trasportato a Costantinopoli dal generale bizantino Maniaco, quando fu vinto nel 103S dai Saraceni o riportato in Catania nel 1127 da Geslibert e Goselin.