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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2-50
   Parte Quinta — Italia Insulare
   L.i prima porta laterale è fregiata di bassorilievi e di rabeschi tirati da antichi monumenti, ed altri pezzi moderni che si credono lavorati dal Gagini. A sinistra si vede un bellissimo quadro di Filippo Paladini che rappresenta il Martirio di S. Agata; la Sacra Famiglia con San Giovanni è di Abadessa, pittore calanese, quadro che scampò dallo sterminio del 1G93 ; il San Francesco di Paola è di Giuseppe Guar-naccia; il San Carlo Borromeo del Veneziani. Nella sagrestia è un gran quadto a fresco del Miglienti raffigurante Catania nella celebre eruzione del 1669; è un bel monumento artistico che rappresenta quel fenomeno e i disastri che lo accompagnarono. Il lavacro di essa sacrestia vuoisi del Gagini, e di Domenico Mazzola catanese, suo allievo (1577), i rilievi della porta della cappella del Crocefisso, Le spalliere degh stalli del coro sono ornate di scolture in legno rappresentanti il Martirio di SaiiV Agata, opera questa di Scipione Guido, scultore napoletano. Sopra codesti stalli nel muro stanno i semplici sarcofaghi dei Re Aragonesi ; a destra: Federico II (f 1387) e suo figlio Giovanni di Randazzo; il re Luigi (f 1355); suo fratello Federico III (f 1377), sua figlia Maria, moglie di Martino I e il figliuoletto Federico ; a sinistra: sepolcro di Gostanza, moglie di Federico III, figliuola di Pietro IV di Aragona (f 1363).
   11 Duomo contiene inoltre, nell'abside di Sant'Agata, il monumento di Don Fernando de Acunea, viceré di Sicilia (1494), in atto di pregare, con un paggio che reca uno scudo ed una lancia spezzata; e la tomba di Vincenzo Bellini (fig. 68), morto nel 1835 a Pulcaux presso Parigi e qui trasportato nel 1876. Questo monumento è opera del Tassara fiorentino. La campana del Duomo pesa 7616 chilogrammi; venne fusa la prima volta nel 1388 e l'ultima nel 1614.
   Nel Tesoro ammirasi il trono d'argento nello stile del Rinascimento, detto la Macchinetta, che adorna, nello feste solenni, l'altare maggiore. Oggetti d'arte pregevoli poi sono: la statua a mezzo busto di S. Agata, lavorata in Avignone nel 1376 da Giovanni di Bartolo, e lo scrigno tutto d'argento filigranato della medesima epoca, come pure il Fercolo o Bava tutto d'argento, lavoro del secolo XVI; tutte e tre opere di oreficeria pregevolissime e di grande valore, illustrate da Sciulo Patti ne\VArchivio storico siciliano. La statua è ornata di gioielli antichi e preziosi. Nell'Archivio si conservano antichi documenti, fra i quali gli atti del conte Ruggero e di Enrico VI.
   Chiesa ed ex-Convento dei Benedettini (piazza Dante) — Edilizio colossale costruito dopo il tremuoto del 1693 che atterrò l'edifizio precedente innalzato nel 1578. 11 convento propriamente detto è a due piani (fig. 69) ; contiene, a sud, due grandi quadrati trasformati in, giardini e circondati di bei portici; la chiesa, il museo e l'ampia dimora dei novizi sono situati a nord, e, a ovest, stendesi un immenso giardino ove in tutte le stagioni trovansi ombra, verzura e fiori.
   La parte più interessante è la chiesa con facciata di pietra calcare e le colonne del primo ordine sono di si gran mole clic non poteronsi condurre a compimento, dì modo che rimase incompleta la facciata per la soverchia magnificenza che le si voleva dare. L'interno è molto imponente per le dimensioni poco ordinarie delle navi, la elevazione delle vòlte, le forme colossali dei pilastri, la semplicità e la ricchezza degli ornamenti.
   La pianta di essa è una croce latina con l'altare rivolto ad oriente: il ramo maggiore ha 105 metri di lunghezza, il minore 48. Al disopra del punto d'intersezione s'innalza la cupola di un'altezza di 62 metri. Tutte le vòlte sono sostenute dai muri di cinta e da otto enormi pilastri, che stabiliscono nel tempo istesso la divisione delle tre navi. L'altare maggiore, poslo anteriormente al coro, è riccamente ornato; dietro si trovano gli stalli in numero di 96, con belle scolture di Niccolò Bagnano, di Palermo. Le cappelle laterali, di forma semicircolare, sono in numero di dieci; ciascuna contiene