Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (270/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (270/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   2-50 Parte Quinta — Italia Insulare
   Passando esattamente davanti al Teatro Greco, codesta via coincido per fermo, in questo luogo almeno, con una via anlica di Catania.
   Via Garibaldi. — È quasi parallela alla via Vittorio Emanuele e stendesi dal Duomo a Porla Garibaldi per un pendio dolce ed uguale della lunghezza di 1230 metri. E molto animata dal commercio di minuterie.
   Via Lincoln, detta altresì dei Quattro Cantoni. — E anch'essa parallela sensibilmente alla via Vittorio Emanuele ed ha una lunghezza di 14G0 metri. Si mantiene orizzontale dalla piazza del Carcere sino all'intersezione della Stesicoro-Etnea, ma da questo punto diviene molto ripida ed inaccessibile alle carrozze.
   Dopo codeste vie principali voglionsi ancor mentovare il viale Regina Margherita lungo più di mezzo chilometro e fiancheggiato da palazzine elegantissime ; e la via Plebiscito, tortuosa ma con uno sviluppo dì due chilometri e mezzo, che circonda la città dal porto sino ai Cappuccini
   PIAZZE PRINCIPALI
   Piazza del Duomo, — Ha figura rettangolare, di 76.25 metri di lunghezza e 65.92 dì larghezza. La Cattedrale e gli altri edilìzi che la fiancheggiano, la vista delle lunghissime vie maestre che tutte quivi convergono, le dànno un bellissimo aspetto. A ovest, all'estremità di via Garibaldi, è la porta bizzarra di Fortino; a est stendesi l'azzurro Mediterraneo ; a sud, a traverso porta d'Uzeda, vedasi il porto e il naviglio; e a nord, oltre strada Stesicorea, ergonsi i pendii selvosi e le creste nevose dell'Etna che dominano la città. Nel mezzo della piazza s'innalza una fontana di marmo detta Fontana dell'Elefante (fig. 65), perchè sormontata da un elefante di lava, che ha sul dorso un obelisco ottaedro di granito di Siena, alto metri 3.61 e di 26 centimetri di lato. L'elefante è di un solo pezzo di lava tranne i piedi, ed è coperto di un largo pallio segnato di un A. L'obelisco è diviso m quattro zone parallele, scolpite di figure geroglifiche disposte m modo che metà di ogni figura è segata in mezzo dallo spigolo scorniciato che unisce i due lati. Vuoisi da alcuni che questo obelisco servisse di mela al Circo, e l'esistenza di esso in Catania essere di antichissima data. Altri credono che esso sia stato trasportalo dall'Egitto al tempo delle Crociate. Fu così poco apprezzato nei secoli passati, che, sino al 1626, servì di architrave al portone del vescovado. Dopo di essere rimasto a terra, non curato, per mezzo secolo, nel 1677 fu eretto innanzi al palazzo Senatorio; abbattuto dal tremuoto del 1693, venne collocato in questo fonte nel 1736, Si è anche detto molto dell'elefante, stemma di Catania, e si è preteso dargli moltissima antichità, facendolo risalire fino a quaranta anni prima della guerra di Troia; ma è certo che s'incontra in varie monete del regno di Federico II. — All'angolo sud-ovest della piazza s'innalza un'altra fontana di marmo, adorna di tre belle statue, di cui quella del mezzo rappresenta VAmenano. E opera dello scultore Angiolini, illustrata nc\V Archivio storico siciliano dal Scinto Patti.
   Piazza Mazzini. — E stata da taluno reputata degna di essere proposta a modello, forse -per l'arditezza del disegno ; ma certamente, fra le piazze di Catania, è una delle più importanti, sì per la perfetta simmetria degli edilizi che adornano i suoi quattro angoli come per le trentadue colonne di marmo, trovate sotto il convento di S. Agostino, che, secondo gli archeologi, provengono dall'antica basilica di Catania. Ha metri 25.32 per lato,
   Piazza dell'Università.. — è l'antica piazza del mercato, alla quale si congiungono varii patrii ricordi. È un perfetto quadrato di metri G6 di lato, intersecato da sud a nord dalla via Stesicoro-Etnea. Ad ovest ha il palazzo dell'Università, e agli altri lati magnifici edilìzi di elegante prospetto. È in essa il Gabinetto di lettura dell'Accademia Gioenia. In questa piazza s'innalzava una volta la statua di Francesco I. Fu quivi che nel 1860 la famosa Peppa, strappata la miccia di mano ad un soldato,