Provincia di Catania
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Prodotti del suolo. — Trattando dell'Etna già abbiain tocco di varii prodotti della provincia catanese ; a complemento aggiungeremo qui alcuni altri particolari.
Nella sua parte piana la provincia produce gran copia di grano e ogni sorta di derrate in un con seme di lino, soda, scagliola, senapa, canapa, soinmacco, cotone, legnini, mandorle, lupini, liquonzia, vino e spirito di vino; limoni, aranci, miele, melagrane e frutta d'ogni qualità, zolfo e olio d'uliva.
I terreni più uliginosi sono destinati a risaie; nei dintorni di Miiitello, Scordia e luoghi adiacenti prosperano particolarmente gli ulivi, gli aranci e i limoni Dopo che fu incanalato il Simeto e dopo che le acque a destra e sinistra delle sue sponde irrigano ampie distose di terreni, furono attivate vaste colture di cotone e di grano turco. In generale abbondano le acque nella provincia e, per tacere di Catania, provvista abbondantemente di acque potabili, i dintorni di Acireale, Zaffarana, Giarre, Adornò, Biancavilla, Paterno, Misterbianco sono ricchi di giardini e di mulini mossi da forze idrauliche. La piantagione dei gelsi è diminuita sì in pianura che in collina e alquanto trascurata la sericoltura. Tutti 1 prodotti della pianura e delle regioni etnee esportansi all'estero. Di alcuni prodotti, come i legumi, il lino, la canapa, il riso, le carubbe, le noci, il burro, le frutta fresche e secche, i pistacchi, la lana, il miele, le nocciuole e i cereali, parte serve al consumo locale e parte esportasi in cabotaggio nelle altre parti della Sicilia, nelle Calabrie e a Napoli.
I prodotti animali non sono, come nel rimanente dell'isola, curati con quell'amore e quell'intelligenza richieste da una parte cosi importante dell'economia agraria. Nella pianura l'esigenza della coltivazione estensiva necessita l'allevamento dei grosso bestiame pei lavori campestri. Nella zona poi dei pascoli si allevano più di 130,000 ovini dai quali ricavasi una lana rozza e poco pregievole.
Ai prodotti agrari voglionsì aggiungere i minerali fra cui i seguenti: ambra, alabastro, marmi, argilla finissima, bitume, asfalto, zolfo in gran copia si da formare la metà del valore degli oggetti esportati, gesso, oltre v arie sorgenti di acque minerali efficacissime ma trascurate.
Secondo la statistica ufficiale, si raccolsero nel 1890 nella provincia di Catania
I,241,000 ettolitri di grano; 20,000 di granturco; 2978 di avena; 410,000 di orzo; 26,700 di segala; 5136 di risone; 13,600 di fagiuoli, piselli e lenticchie; 198,000 di fave, veccie, cicerchie, ceci, lupini e mochi; 6400 quintali di canapa; 41,000 di lino;
II,600 di patate (1); 7000 di castagne; 1,610,000 ettolitri di vino; 97.000 di olio; 4,296,000 centinaia di agrumi; 16,000 chilogrammi di bozzoli e 2,530,000 quintali di fieno (2). La coltivazione del tabacco nelle due provincie Catania e Siracusa diede, nel 1890, 45,393 chilogrammi lordi. La superfìcie dei beni incolti comunali ascendeva, nel 1887, ad ettari 1012. Nel 1889 si estrassero, in 35 miniere ed officine attive, 36,278 tonnellate di zolfo e 1000 tonnellate di salgemma.
II compartimento marittimo di Catania contava, al 31 dicembre 1890, 203 bastimenti a vela con un- tonnellaggio netto di 17,232 tonnellate e 2 vapori, 1 in legno e 1 in ferro, di 629 tonnellate nette e della forza di 127 cavalli. Le barche e i battelli addetti alla pesca ascendevano, alla stessa data, a 1316, di 2806 tonnellate.
(1) Raccolto del ISSO, mancando tuttora i risultati di quello del 1S90.
(2) Anno agrario 1SS8-89 per il fieno, non conoscendosi ancora la quantità per il 1889-90.