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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quinta — Italia Insulare
   Orografia. — I moni1 della provincia di Catania dividonsi in due gruppi distinti: il gruppo dei monti Erei e il gruppo dell'Etna.
   Il primo, proveniente dalla provincia di Caltanissetta, e precisamente dalle alture di Piazza Armerina, attraversa il circondario di Caltagirone e forma le montagne e le alture che rendono montuosa la parte occidentale e meridionale della provincia. In seno a codeste catene stendesi maestosa o feracissima la cosidetta Piana di Catania che ritroveremo più avanti. Tocchiamo ora dei monti Erei nell'antichità.
   Gli Bermi montes (xà 'Hpa~a opr,) a cui rappiccansi a est le Madonie, sono mentovati da Diodoro (tv, 81), il quale descrive con colori smaglianti le valli amene ed ombrose onde abbondavano, le folte selve che ne rivestivano i fianchi e i frutti selvatici che producevano in copia.
   E il vero ch'ei nulla dice della loro situazione e ch'essi non sono ricordati da alcuno dei geografi antichi nelle loro descrizioni della Sicilia ; ina Vibio Sequester ci dice (p. 8) che il fiume Chrysas (ora Dittaino) aveva le sue fonti nei monti Erei ; e ciò dimostra eh' essi dovevano formar parte della catena che occupa l'intiero settentrione della Sicilia dalle adiacenze di Messina a quelle di Palermo.
   Le bellezze naturali d; codesto tratto montano consuonano con la descrizione di Diodoro, quindi è che il nome di Cale Acle (la bella spiaggia) fu dato alla costa settentrionale della Sicilia che spiegasi lungo le falde della catena: e il Fazello (ix,4, p. 385) descrive la fertilità e l'amenità dei loro pendii meridionali in termini che giustificano pienamente le lodi enfatiche di Diodoro.
   Il grande contrasto che presenta tutta questa catena con le aride e brulle montagne calcari del centro e del mezzodì della Sicilia non lascia alcun dubbio intorno all'esser dessa quella che intende codesto autore. E però impossibile fissare i limiti precisi entro i quali era applicato il termine. La massa grandiosa delle Madonie (i Montes Nebrodes degli antichi) non è infatti che una porzione della medesima catena, mentre a est la continuazione verso Messina e il promontorio di Peloro par fosse designato col nome di mons Neptunius (i monti Nettuni!).
   La porzione centrale della catena fra Garonia e Troina è sempre coperta da una selva immensa detta Bosco di Caronia; la vetta più alta di codesto gruppo, il monte Sori, raggiunge un'altezza di 184C metri dal livello del mare.
   Ma ben più importante del gruppo degli Erei è, nella provincia di Catania, il grande gruppo dell'Etna del quale abbiamo già trattato in generale nell'introduzione alla Sicilia ; giova ora scender qui ai particolari per porgere un'idea adeguata della configurazione, della geologia e dei prodotti naturali della provincia Catanense.
   Come già abbiam detto, l'Etna (figg. G3-G4) ergesi intieramente isolato e non ha alcuna connessione con le catene di montagne della Sicilia. Il suolo su cui s'innalza è geologicamente assai giovane, essendoché esso contiene numerose conchiglie appartenenti alle specie viventi tuttora nel mare Siciliano; il sollevamento di codesto terreno ad oltre 200 metri dal livello del mare non è vulcanico, ma prodotto dal sollevamento generale della Sicilia di cui già abbiamo discorso.
   Considerando l'Etna solo come montagna elevala e limitandoci a metterla in confronto con le principali montagne d'Europa, troviamo che essa, con la sua abitudine di metri 3312, supera l'altezza media della cresta dei Pirenei che è di 2437 metri, e quella pure della cresta alpina che è di 2340 metri; però è superata dai picchi