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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Terranova di Sicilia
   22 i
   a comperar la pace con la cessione di Camarina (Erod., vii, 153-154). Dalla parte di settentrione allargossi fino alle Madonie e i campi Geloi estendevansi oltre Piazza al di là delle due fonti del Gela (Giozzo e Pannata). Tuttora vicino a Piazza è l'iiilosophiana Gclensium (Soffiami) rammentata m\V Itinerario malamente attribuito ad Antonino.
   Alla morte d'Ippoerate, nel 491 av. G., Gelone raccolse il potere sovrano e proseguì rapidamente sulla medesima via d'ingrandimento, finché nel 4S5 av. G. riuscì ad impadronirsi della stessa Siracusa. Ma quest'evento, che pareva dovesse innalzar Gela al grado di prima città della Sicilia, divenne, tutt'al contrario, cagione della sua decadenza. Gelone prese a disprezzare da quel tempo la sua città natia e rivolse tutti i suoi sforzi all'ingrandimento della sua nuova capitale, costringendo anche a tal fine la metà degli abitanti di Gela a trasferirsi a Siracusa.
   11 suo successore .Terone altresì pare cacciasse in esilio 1111 gran numero di cittadini di Gela ; ma' dopo l'espulsione di Trasibolo (46G av. G.) tutti tornarono alla città natia, e Gela non solo si ripopolò, ma potè anche inviare una nuova colonia a Camarilla, ch'era stata spopolata da Gelone (Diod., xi, 76).
   Il periodo susseguente, dal ristabilimento della sua libertà all'invasione cartaginese (466-106 av. C.), pare fosse 1111 periodo di grande prosperità per Gela del pari che pel rimanente della Sicilia.
   I Gelani pare seguissero la medesima linea politica delle altre città (loriche della Sicilia, e furono quindi dei primi a promettere il loro appoggio ai Siracusani allo appressarsi degli Ateniesi nel 415 av. C. Immediatamente dopo l'arrivo di Gilippo essi inviarono un picciol corpo di truppe in aiuto di lui, e dopo 1 primi lieti successi delle armi siracusane misero in campo forze maggiori con una piccola squadra di cinque navi (Tucid., vii, 33, 5S).
   Pochi anni dopo la grande invasione cartaginese trasse in rovina Gela come poco tempo prima Imera, Solino ed Agrigento. Dopo la presa di quest'ultima città nel 406 av. C. i Gelani offrirono un rifugio temporaneo a' suoi abitanti e li trattarono con la massima cortesia ; nello stesso tempo chiesero urgentemente aiuto ai Siracusani ; ma Dionisio, che incominciava appunto a divenir potente, quantunque visitasse Gela e vi adducesse una rivoluzione democratica, altro non fece per la sua protezione.
   La primavera seguente 1 Cartaginesi comparvero davanti a Gela e posero l'assedio alla città, che non era nè forte per natura nè fortificata; ciononpertanto gli abitanti si difesero strenuamente e respinsero tutti gli assalti dei nemici sino allo arrivo in loro soccorso di Dionisio alla testa d'un grosso esercito. Ma, sconfitto al primo assalto contro il campo cartaginese, depose il pensiero d'ogni ulteriore tentativo e costrinse i Gelani a seguir l'esempio degli Agrigentini e ad abbandonare la città con le loro famiglie. I poveri esulanti ripararono a Leontini (Lentini), mentre Gela fu messa a sacco e devastata dai Cartaginesi (Diod., xm, 108, 111, 113).
   In forza della pace conchiusa poco appresso da Dionisio con Iinilcone, fu concesso ai Gelani il ritorno alla loro città a condizione di non ricostruirne le fortificazioni e di pagar tributo a Cartagine, e non v'ha dubbio ch'essi accettarono; ma quantunque ripopolata, Gela non ricuperò la pristina prosperità.
   Nel 397 av. C. i cittadini dichiararonsi esultando liberi dal giogo cartaginese ed unironsi a Dionisio nella sua spedizione contro le città occidentali della Sicilia ; e nonostante le varie vicissitudini delle guerre fra il despota siracusano e i Cartaginesi, venne lor fatto di conservare la loro indipendenza, dagli ultimi loro assicurata dal trattato del 3S3 av. C.
   Delle loro sorti successive nulla udiamo per qualche tempo; ina essi sono ricordati fra i primi che accorsero sotto la bandiera di Dione quando sbarcò, nel