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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Piazza Armerina
   200
   Cenni storici. Nella mancanza assoluta di prove storiche è malagevole determinare la vera origine di Caltanissetta, la quale sarebbe stata costruita, secondo alcuni, sulle rovine dell'antica città di Fetiliana, ed invece, secondo antiche iscrizioni e monete, parrebbe che la sicana Nisa sia stata la città-madre di Caltanissetta, come anche attesta il nome saracenico di Kalat-Nissa (Caltanissetta). Si può perciò asserire con fondamento che essa fu occupata dai Saraceni; ai quali fu tolta nel 1086 dal conte Ruggero, che la diede al figliuolo Giordano. Da costui, che non ebbe eredi, passò alla figlia Matilde, madre di Adelasia, che fu moglie di Rinaldo d'Aquila e mori a Caltanissetta, ov'ò sepolta. Ai tempi degli Aragonesi fu innalzata alla dignità di contea, e il primo conte fu Raimondo Alemanno. In seguito divenne possesso feudale, con titolo di contea, della famiglia Moncada dei principi di Paterno. Negli ultimi tempi del dominio borbonico gli abitanti di Caltanissetta serbarono sempre vivi ed ardenti i sentimenti patriottici, e nella rivoluzione del 1S60 segna-laronsi ingrossando le insorte schiere siciliane e quelle: dei Mille sotto Garibaldi.
   Uomini illustri. — Caltanissetta si onora di aver veduto nascere parecchi uomini che illustraronsi con le loro opere. Ricorderemo fra gli altri: il cardinale Ferrara; il P. Diego Filippuzzo, gesuita, riputato uno dei migliori oratori sacri del sec. XVII, e i cui discorsi furono pubblicati nel 1674 in Palermo ; Nicolò Aronica, giureconsulto, giudice pretoriano in Palermo nel 1675, autore di varie celebri allegazioni; e il rinomato gesuita Tommaso Tamburino, uomo di vasta dottrina, che scrìsse moltissime opere stampate a Palermo e a Colonia.
   Coli, elett. Caltanissetta — Dioc. Caltanissetta — I51 T. e Str. ferr. Caltanissetta-Palermo.
   Mandamento di MUSSOMELI (comprende 4 Comuni, popol. 18,793 ab.). — Territorio ferace di cereali, frutta e legumi, con miniere di zolfo e di salgemma; agate e diaspri
   Mussomelì (9783 ab.). — A 46 chilometri da Caltanissetta, presso la montagna isolata di Mussomelì (888 m,). Ila circa 2300 case e il palazzo Trabia con una ricca collezione di quadri di qualche pregio. Ospedale e pio legato. Nei dintorni, a circa un chilometro e mezzo, castello edificato nel 1380 da Manfredo III Chiaramonti, e nella regione campestre, detta il Borgitello, avanzi di antiche abitazioni. Fabbriche di laterizi, paste alimentari ed esportazione di grano.
   Cenni storici. — Fu fondato dal suddetto Manfredo Chiaramonti, e si chiamò perciò Manfredo, in addietro.
   Uomini illustri.— Fu patria del dottissimo giureconsulto Ottavio Caracciolo, e di Paolo Emiliani Giudici, l'autore della giustamente rinomata Storia della letteratura italiana. Nacque nel 1822 ; a sedici anni compose due tragedie : il Conte Ugolino ed Alessandro da Fere ; vesti l'abito domenicano, che spogliò poco dopo, e, trasferitosi a Firenze, scrisse la Storia della letteratura, una Storia delle repubbliche italiane, una Storia del teatro italiano e tradusse la Storia (?'Inghilterra del Macaulay. Fu segretario dell'Accademia delle Scienze e deputato al Parlamento. Recatosi in Inghilterra, sposò un'inglese e si fece protestante ; morì nel 1872.
   Coli, elett. Serradifalco — Dioc. Caltanissetta — P2 T.
   Acqnaviva Platani (2129 ab.). — In fertile territorio, alle falde di un'alta collina detta Montagna e a 7 chilometri e mezzo da Mussomelì. Vino, olio, frutta, mandorle, agrumi, cereali, pascoli. Miniera di zolfo detta Marcotogrande.
   Cenni storici. — Fu già feudo della famiglia Olivieri col titolo di ducato.
   Coli, elett. Serradifalco — Dioc. Caltanissetta — P2 T. e Str. ferr. Palermo-Porto Empedocle.
   Campofranco (2597 ab.). — Sul pendio di un colle, a 10 chilometri da Mussomelì. Oltre Campofranco la ferrata entra in una gola rocciosa e lascia poco appresso le
   36 — La Patria, voi. Y.