Provincia di Caltanissetta
'195
In un periodo assai anteriore (416 av. C.) rimerà meridionale fu testimonio di una sconfitta degli Agrigentini pei Siracusani (Dxod., .xii, 8); e di bel nuovo nella seconda guerra Punica (212 av. G.) divenne la scena di una battaglia fra Marcello e i Cartaginesi sotto Annone ed Epicide di Siracusa, in cui questi ultimi furono sconfitti, si che dovettero ricoverarsi entro le mura di Agrigento (Liv., xxv, 40, 41).
li! forza del trattato conchiuso con Cartagine da Jeronimo di Siracusa, fu stabilito di dividere l'intiera Sicilia fra le due potenze in guisa che rimerà meridionale fosse il confine dei loro dominii rispettivi (Pol., vii, 4; Liv., xxiv, 6). Ma codesto accordo non fu mai mandato ad effetto. Un'iscrizione citata da Torremuzza e trovata a Caltanissetta si riferisce all'lmera meridionale o Salso (Casteuu., laser. Èfcul.,,jk, 4).
Un altro celebre fiume che bagna la provincia di Caltanissetta è il Platani ('Ako;, llalycus), il quale ha le fonti presso Santo Stefano Quisquilia, all'altitudine di 700 metri, e sbocca nel mar di Sicilia a capo Bianco, dopo un corso di 110 chilometri, con un bacino di 1717 chilometri quadrati. Corre tortuoso ad ostro nella provincia di Caltanissetta, quindi a ponente in quella di Cirgenti, ed ebbe molta importanza storica dalla circostanza che formò per molto tempo il confine orientale dei dominii cartaginesi in Sicilia.
(1 nome di Platani gli derivò non già dagli alberi di platano che abbondano in alcuni luoghi delle sue sponde, sì dalla parola araba Aliatami che significa estensione o larghezza. Riceve i due torrenti Gallodoro e Milocea ed entra quindi nella provincia di Cingenti.
Gli altri fiumi della provincia sono: il Gela, che diede il nome alla città omonima, ed è ora il fiume di Terranova, ove sbocca dopo un corso di 60 chilometri ; il Birillo, erroneamente identificato coll'antico Achates, con un corso anch'esso di 60 chilometri; il Carubba, lungo 30 chilometri, e i torrenti Paino e Manfria. Nessuno di questi fiumi è navigabile.
Laghi. — Primeggia fra tutti il lago di Pergusa o Proserpi ma presso Castrogio-vanni (l'antico Ernia), il quale ha un perimetro di chilometri 5.6, con un'altitudine sul livello del mare di 674 metri. E di forma oblunga ed il suo aspetto simula il cratere di un vulcano. 1 dintorni sono aridi ed impervii e le acque, putride come quelle di uno stagno, esalano miasmi. Codesto lago va rinomato nella mitologia come quello sulle cui sponde si fa avvenire il famoso ratto di Proserpina per Plutone. Ce lo descrive Ovidio nel v delle Metamorfosi, tradotte dall'Anguillaia:;
Sta non lontan dal monte, oud'esce il foco, Di prati un lago cinto d'ognintorno, Con fiori di color di minio e croco, D'ogni splendor che far può un prato adorno, Ma quei che fan più vago il nobil loco I boschi son che dal calor del giorno Difendon que' bei prati d'ogni banda, E fanno intorno al lago una ghirlanda.
Ha di Pergusa il nome il lago, dove Con altre vaghe e tenere donzelle La vergine di Cerere e di Giove Tessea le vaghe sue ghirlande e belle.
Quanto diverso da questa poetica descrizione non è ora il lago di Pergusa !