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Parte Quinta — Italia Insulare
Iblei, sui quali adergonsi Castrogiovanni e, più sotto, Piazza Armerina, nel cui territorio la catena esce dalla provincia di Caltanissetta per addentrarsi in quelle di Catania e di Siracusa, ove termina a capo Passero,
Dai contrafforti di questa catena a ovest di Piazza Armerina spiccansi altre diramazioni di monti, le quali, dirizzandosi a sud e ad ovest insieme ad altre catene di secondo e terz'ordine, costituiscono l'ossatura montuosa della provincia.
I monti principali sono Terravecchia (9G2 m.). Castrogiovanni (997 in.), Caran-giaro (911 m.). San Vito (8S8 m.), Montagna, Di Pasquale, Rassimanno, Sambuco ed altri minori ed inferiori tutti ai 900 metri.
Non mancano i pianori, fra i quali il vasto ove siede Castrogiovanni, detto da Dìodoro Vombilico della Sicilia, donde lo sguardo spazia sopra un orizzonte vastissimo; e il pianoro del Pantano, alto 475 metri e dell'estensione di 12 chilometri quadrati; di Deliella, alto 380 metri ed esteso 4.5 chilometri quadrati; di Sottana, alto 244 metri e di soli 3 chilometri quadrati, e di Salone, alto 310 metri con 9 chilometri quadrati.
Pianure e Valli. — Le due ampie pianure (chiamate dagli abitanti Vetogli) di Terranova e della Manfria hanno un'estensione: la prima di 42,500 chilom. quadrati e la seconda di soli 13. Le valli di Imera, Morello ed Olivo sono le più notabili.
Idrografia, — Il fiume principale — ed une dei maggiori della Sicilia — che bagna, oltre quella di Caltanissetta, le provincie di Palermo e Girgenti, è rimerà meridionale o fiume Salso, il quale sorge tra il pizzo Cerasa e il pizzo San Giorgio ad un'altitudine di 1200 metri, e sbocca nel mar di Sicilia a Licata, dopo un corso di 144 chilometri, con un bacino di 1980 chilometri quadrati. Ricevo nel suo lungo corso parecchi affluenti, ma tutti di poca entità, e chiamasi Salso perchè impregnato di salsedine. Nella parte superiore è valicato dalla strada nazionale e poco più sotto dalla ferrata, come anco da strade provinciali che diramansi da Caltanissetta, e, dopo traversata la provincia, segna in alcuni punti i confini frale provincie di Caltanissetta e Girgenti, e mette foce a Licata.
Nella provincia di Caltanissetta ha il suo massimo corso (120 chilometri, con una larghezza di 40 metri), e vi riceve i torrenti Morello, Torcimela, Cipolla, Misteci e Turiano. Nel suo corso supcriore si compone di due rami quasi paralleli. uno detto Requamara, che nasce presso Gangi, l'altro detto fiume di Petroli,a dal borgo omonimo. e solo dopo la loro congiunzione piglia il nome di fiume Salso. Dìodoro (xix, 109) nota il sapore salmastro delle sue acque, donde, come abbiamo detto, il suo nome moderno di Salso ; e ciò proviene dall'i nfluire di un fiumicello presso Caltanissetta che viene dalle miniere in vicinanza (Smytii's, Sicily, p. 198). Solino attribuisce erroneamente codesta qualità all' Imera settentrionale (Solino, v, § 17) ; mentre Vitruvio (vm, 3, § 7) rettamente l'attribuisce all'Imera meridionale soltanto. Storicamente il Salso è memorabile per la grande battaglia combattuta sulle sue sponde fra Agatocle e i Cartaginesi, in cui questi ultimi riportarono una compiuta vittoria nel 311 av. C. (Diod., xix, 107-110). La scena di questo fatto era a breve distanza dalla foce del fiume: i Cartaginesi occupavano il colle d'Ecnomo, ora monte di Licata (ove il tiranno Falaride teneva nel suo castello il famoso toro di bronzo, entro il quale, riscaldandolo, abbrustoliva le sue vittime). Agatocle invece accampava sulla sponda sinistra, e i due luoghi furono pienamente descritti dal D'Orville (Sicula, pp. 112-113).