Termini Imerese
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talismani, vetri, ecc. Diodoro invero ha una relazione alquanto diversa della fondazione di Thermae, cli'ei rappresenta come edificata dai Cartaginesi stessi prima del termine della guerra nel 407 av. C. (Diod., sui, 79), àia è probabile che ambedue le relazioni sieno sostanzialmente esatte e clic i Cartaginesi fondassero la nuova città in prossimità immediata di tmcra per impedire la rioccupazione dell'area antica; mentre gli esuli liner A tornandovi, quantunque si stabilissero nella città nuova, consideravano naturalmente sempre lo stesso popolo e continuarono a portare il nome d'imeresi.
Quanto intieramente, anche m un periodo assai posteriore, l'una città fosse considerata quale rappresentante dell'altra, apparisce dal fallo riferito da Cicerone, che, allorquando Scipione Africano, dopo la presa di Cartagine, restituì agli abitanti di Agrigento e di Gela le statue rapite alle loro città rispettive, egli restituì nell'istesso tempo agli abitanti di Thennae quelle che erano slate porlate via da Imera (Cic., l'trr., n, 35, ìv, 33).
La nuova città di Therma, o Thennae, detta per distinguerla Thci >nae Ili me-renses (t)cpu.:ù ai Inaiai, Poi.), che prese per tal guisa il luogo d'Imera, derivò ovviamente il nome tlalle sorgenti termali onde andava celebrata, e la prima scoperta delle quali rannellesi nelle leggende coi viaggi d'Ercole. Pare divenisse di buon'ora una città ragguardevole, quantunque continuasse, con poche e brevi eccezioni, ad essere sottomessa ai Cartaginesi. Nella prima guerra Punica il suo nome è reiteratamente mentovalo. Per tal guisa nel 200 av. C. gli alleati dei Romani, che eransi da questi staccali per quistiom circa a valore, si erano accampati fra Therme e Paropo, e attaccati da Amilcare ne furono uccisi 40U0 (Pol., i, 24; Dion., xxm, 9). Prima del termine di detta guerra, Thennae slessa fu assediala e presa dai Romani (Pol., ì, 39; 1)iod., xxm, 20).
Noi nulla sappiamo peraltro delle circostanze che procacciarono a questa città il favore particolare che pare ricevesse da' suoi romani conquistatoli. Narra Cicerone che il governo romano restituì ai Teriiiitani la loro città e territorio col libero esercizio delle loro proprie leggi in guiderdone della loro costante fedeltà (quod semper in amieitia fideque mansisset, Cic., Ferr., u, 37).
Al tempo di Cicerone Thennae par fosse una città florida e di grande commercio, quantunque l'oratore la chiami oppidum non maximum (Ib., n, 46, 75). Al tempo di Augusto pare ricevesse una colonia, di cui troviamo menzione nelle iscrizioni (Ordo et Fopulos spi end (dissima e Coloniae Augustae Himeraeorum Thermitanorum; Casxell., Inscript. Sicil., p. 47) ; e non vi può esser dubbio che la Thermue Colonia di Plinio si riferisce a codesta città.
Poco si sa della sua storia successiva, ina, trovandosi il suo nome in Tolomeo e negli Itinerari, pare continuasse a fiorire durante il periodo dell'Impero Romano e non cessasse di essere abitata, dacché l'odierna Termini Imerese occupa il sito e conserva il nome dell'antica.
I ruderi e gli avanzi ragguardevoli già descritti più sopra appartengono tutti al periodo romano. Ai tempi del Fazello vi si vedevano ancora le rovine di un teatro, ma esse furono poi distrutte (Fazello, De rei. Sic., ìx, 1; Biscari, Viaggio in Sicilia, pp. 235-239). Niun dubbio può perciò esislere rispetto al luogo di Thermae, il quale è sufficientemente indicato dalle sorgenti termali o bagni di San Calogero. La città d'Imera esistè, come si è detto, sulla sponda sinistra delfiniera settentrionale, da uno a due chilometri circa dal mare.
Uomini illustri. — Imera andò rinomata nell'antichità come patria del poeta Stesicoro, :1 quale, da un aneddoto in Aristotele, pare avesse molta parte nelle faccende politiche della sua città natia. La sua statua, ai tempi di Cicerone, sorgeva sempre a Thermae, ov'era in grande venerazione (Cic., Verr., ti, 35). Ergotele,