Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Cefalų
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pagavano il loro tributo in grano in natura allo Stato romano, ed ebbe molto a soffrire per le oppressioni e le estorsioni di Verre (Cic., Verr., u, 52, m, 43).
Non se no trova in seguilo pių menzione nella storia, ma č registrala da Strabone, da Plinio e da Tolomeo fra le cittā della Sicilia, e in un periodo posteriore il suo nome occorre sempre negli Itinerari! [Itin. ant., p. 92; Tav. peut.). Sembra continuasse ad esistere nella sua antica situazione sino al secolo XII, quando Ruggero 1, re di Sicilia, lo trasferė appič del monte, ove era un porlo piccolo ma eccellente (Fazello, De Hcb. Sic., ix, ?>).
La natura del sito al sommo del monte, ove trovansi i ruderi, dimostra chiaramente che non poteva essere che una piccola cittā e che andava debitrice della sua importanza soltanto alla situazione quasi inespugnabile. Il Fazello parla degli avanzi delle mura come esistenti ancora a' dė suoi, del pari che di quelli di un tempio di architettura dorica, di cui pių non si veggono che i fondamenti.
Uomini illustri. Nacquero in Cefalų, fra gli altri, i seguenti uomini preclari: Antonio da Cefalų, quell'intrepido marinaro che nel 1475 appiccō il fuoco all'arsenale dei Turchi in Gallipoli e fu poi preso da essi e segalo vivo; Giuseppe De Flores, morto nel 1716, valente astronomo e poeta; Stefano di Anna, letterato erudito e professore di teologia; Giovanni Battista Spinola, illusi re giureconsulto; il domenicano Gio. Battista Franco, autore di varie opere letterarie; Andrea Candeloro, celebre filosofo e professore di medicina; Purpora, autore della Storia universale; Enrico Pirajno, barone di Mandralisca, cultore appassionato di scienze naturali; Salvatore Spinuzza, che nel 1856 fu promotore del rivolgimento politico in Cefalų, per cui fu condannato all'estremo supplizio; e Nicolō Botta, compagno di Spinuzza, condannato anch'esso alla stessa pena, commutata poi con quella dell'ergastolo.
Coli, elett, Cefalų Dioc. Cefalų P2 T. e Str. ferr. Palermo-Messina.
Campofelice (1827 ab.). Passato il fiume Grande (l'antico Imera) venendo da Termini Imerese giace questo borgo, a 18 chilometri da Cefalų, in territorio feracissimo, sė clic i suoi prodotti superano di gran lunga le esigenze del consuino locale. Cercali, olio, vino. Traffico principalmente di vino coi paesi vicini Coli, elett. Cefalų Dioc. Cefalų P2 T.
Lascari (1364 ab.). A 10 chilometri da Cefalų, sul piccolo fiume di Lascari. Le montagne (Madonie) si approssimano qui alla costa e le campagne a destra lussureggiano di vigneti, oli veti, mandorli ed alberi della manna, di cui si fa attivo commercio. Lascari possiede tre Opere pie religiose e un legato per elemosine.
Coli, elett. Cefalų Dioc. Cefalų P2 ivi, T. a Campofelice.
Mandamento di ALIMENA (comprende un solo Comune, popol. 5349 ab.). Territorio alquanto montuoso. Il suolo č assai produttivo, in ispecie per cereali. La vai Demone, di cui fa parte Ali mena, era uno dei tre compartimenti regionali nei quali si divideva la Sicilia prima del nostro secolo. Sulla costa del mar Jonio estendeva?! da Catania sino a Torre di Faro, e seguendo la riva del Mediterraneo sino al fiume Grande, fra Termini e Cefalų, Per terra seguiva, da Catania per Begal-buto, Nicosia. Alimena, Petralia e Polizzi, sino all'incontro del fiume Grande.
Ālimena (5349 ab.). Piccola cittā a sud di Cefalų. da cui dista 51 chilometri, in vai Demone, sopra un alto colle, lungo la strada che da Petralia conduce a Castrogiovanni. Vini, cereali, miniera di salgemma trasparente.
Cenni storici. Si credette erroneamente che vai Demone, di cui fa parte Alimena, significasse valle, donde la supposizione che la Sicilia fosse fisicamente divisa in tre vallate. La parola Val deve essere qui considerata nella sua origine araba, cioč dinotante cantone. Quanto alla parola Demone credesi sia stata applicata
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