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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quinta — Italia Insulare
   Sul monte o promontorio che domina la città veggonsi i ruderi dell'antico Gephaloedium e della città saracenica che gli succede, del pari che delle costruzioni medieviche successive. Veggonsì in linee di parapetti, circondanti intieramente il promontorio sull'orlo estremo dei precipizi inaccessibili ; e in quella situazione appariscono così superflui da suggerire il dubbio che essi sieno stati costruiti per impedire agli abitanti di precipitare al basso piuttostochè per difenderli da un assalto.
   La cima del monte è coronata da un castello saraceno in pittoresca decadenza ma di accesso malagevole. Il monte, composto di ìumacliella bigia, è accessibile soltanto dal lato occidentale, immediatamente sopra la porla Beale, ove una depressione del precipizio lascia spazio per un sentiero acclivissimo che conduce serpeggiando ad una porta a sesto acuto nel muro esterno e a traverso due corti chiuse da difese di muratura medievale e in cui son parecchie cisterne scavate nella roccia. Sopra codeste corti sorgeva la città antica.
   Un poco a nord è un bell'edilizio o palazzo, la cui costruzione appartiene allo stile cosidetto poligonale o ciclopico, frequentissimo nell'Italia centrale, ma così raro in Sicilia che, trattone questo esempio a Cefalù, altro non se ne incontra. È descritto ampiamente da Nott negli Annaìi dell'Istituto di corrispondenza archeologica pel 1831 (voi ni, p. 270-287).
   Il panorama che si presenta allo sguardo da quell'altura, specie al tramonto, è veramente stupendo ed indescrivibile. Veggonsi fra le altre cose in lontananza le montagne di Messina, sopra le quali torreggia maestoso il cono nevoso dell'Etna, ìndi la meravigliosa costa occidentale da capo Gallo a ovest a capo Orlando a est, le belle forme del monte San Calogero e le montagne dì Palermo che pare si addentrino molto avanti nella marina.
   Il bilancio preventivo del Comune di Cefalù era nel 1889 il seguente :
   Attivo Passivo
   Entrate ordinarie.......L. 145,177
   Id. straordinarie.....» 6,6fì3
   Differenza attiva dei residui ...» 5,380
   Partite di giro e contabilità speciali » 30,320
   Totale L. 193,540
   Spese obbligatorie ordinarie . . . L. 84,813
   Id. straordinarie . . » 52,463
   Partite di giro e contabilità speciali » 36,320
   Spese facoltative ....... » 19,944
   Totale L. 193,540
   Cenni storici. — Il nome antico di Cefalù (Cephalocdium dal greco KeshXoi'Siov) deriva evidentemente dalla, sua situazione sul suddetto monte o promontorio precipite (KeaocW;) sporgente in mare. Ma quantunque il nome dimostri la sua origine greca, non se ne trova menzione in Tucidide, il quale dice espressamente che Imera fu l'unica colonia greca in quella costa della Sicilia (Tucid., vi, G2); è probabile che Cepìtaloedium non fosse a quel tempo che una fortezza appartenente agli Imoresi e fu probabilmente popolata da principio da fuggiaschi dopo la distruzione di Imera.
   Il suo nome comparisce primamente nella storia al tempo della spedizione cartaginese sotto Tmilcone (B9G av. G.), quando questo generale conchiuse un trattato con gli Imeresi e gli abitanti di Cepìtaloedium (Diod., xiv, 56). Ma dopo la sconfitta dei Cartaginesi, Dionisio se ne impadronì per tradimento.
   Noi lo troviamo in seguito indipendente, ma apparentemente in buoni termini con Cartagine, di che fu assalito e preso da Agatocle nel 307 av. G.
   Nella prima guerra Punica fu proso per tradimento e non per la forza delle armi dalla squadra romana sotto il comando di Attilio Colatino e Scipione Nasica nel 25t av, C. (Dion., xxxm, p. 505). Cicerone ne parla come di una città fiorente con pieni privilegi municipali; era a' tempi suoi una delle civitcUes decumanae che