Mandainenti e Comuni dol Circondario di Palermo
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San Cipirello (3573 ab.). — A 13 chilometri da Piana elei Greci in fertile e saluberrima situazione appiè del monte Jato con esposizione a nord-est. Olio, grano, vino e frutta squisite.
Cenni storici. — Formava in addietro una frazione di San Giuseppe Jato da cui fu staccato con regio decreto dell'I 1 dicembre 1S61-.
Coli, elett. Monreale — Dioc. Monreale — P3 ivi, T. a San Giuseppe Jato.
San Giuseppe Jato (6579 ab.). — Siede in parte in colli fertilissimi e iri amena situazione, a 13 chilometri da Piana dei Greci e a 18 dal Tirreno; è di recente costruzione e la sua origine non risale oltre l'ultimo ventennio del secolo XVIII. Nel marzo del 1S38 una frana terribile distrusse quasi per intiero il paese il quale fu però riedificato. Cereali, \ iti, pascoli e bestiame numeroso.
Cenni storici. — Fu feudo dei Beccadelli Bologna,
Coli, elett. Monreale — Dioc. Monreale — Pa T.
L'antica Jeta.
Sul monte che sovrasta a San Giuseppe Jato sorgeva l'antichissima città di Jeta (istoct, Jaeta o Jetae) ricordala da Filisto quale una fortezza. Silio Italico la chiama Jetas. Comparisce primamente qual città indipendente al tempo di Pirro e fu assalita da questo monarca a cagione della sua forte posizione e dei vantaggi che offriva per le operazioni militari contro Palermo; gli abitanti si arresero prontamente (Diod., xxn, 10).
Nella prima Guerra Punica fu occupata da una guarnigione cartaginese, ma, dopo la caduta di Panormo, la scacciò ed aprì le sue porte ai Romani sotto il cui governo apparisce qual città municipale ma non di molta importanza. Jeta fu distrutta verso il 1224 da Federico II, il quale ne fece trasportar gli abitanti saraceni, che avevano tentato di ribellarsi, a popolar Nocera dei Pagani nel Principato Citeriore.
Quali avanzi della parte della città in pianura additansi molte macerie, scalini in pietra da taglio, colonne liscie e scanalate, ecc. Moltissime pietre, avanzi anche essi di antichi edilìzi, furono adoperate nella suddetta recente ricostruzione di San Giuseppe Jato. Si osservano anche avanzi di cisterne. A greco è un passaggio, detto Scala di Ferro, ch'era una delle uscite della città antica. Un grande fossato in mezzo detto Gorgo presenta la forma dì un teatro antico.
Dall'eminenza su cui sorgeva Jeta godes* una veduta estesissima. Lo sguardo contempla estatico Alcamo e le sue campagne, il golfo di Castellammare, il capo San Vito, PErice, la marina di Marsala, Salemi, tutte le campagne di Corleone e dei luoghi adiacenti, il monte Entella ed altre montagne che ergonsi nell'interno della Sicilia sino a quella eli Cammarata.
A pochi chilometri da San Giuseppe Jato sta Macellava, terricciuola che vuoisi derivi il nome da Macella, città antica mentovata da Polibio (ì, 24) come quella che fu presa dai consoli romani, G. Duilio e Gneo Cornelio al loro ritorno dopo di avellevate l'assedio di Segesta nel 260 av. G. È interessante il trovare la medesima circostanza ricordata e il nome di questa per sè oscura città registrato nella celebre iscrizione sulla colonna rostrata che glorifica le gesta di G. Duilio (Orelli, Inscr., 349). L'altra menzione di Macella nell'istoria occorre nella seconda Guerra Punica (211 av. C.) fra le città che ribellaronsi ai Cartaginesi elopo la partenza di Marcello dalla Sicilia (Livio, xxvi, 21).
Santa Cristina Gela (1335 ab.). — A 6 chilometri da Piana elei Greci in amenis-sima e fertilissima situazione coltivata a viti, ulivi, cereali e alberi da frutta.
Cenni storici. — Fu feudo della famiglia Naselli.
Coli, elett. Monreale — Dioc. Palermo — P2 T. a Piana dei Greci.
21 — La l'alni!, voi. V.