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Parte Quinta — Italia Insulare
i nemici ne ebbero ben 500 fuori combattimento. Carini fu poi occupata dai Borbonici che la posero a sacco, l'incendiarono e fecero strage degli inermi abitanti.
A ovest di Carini sono le Grotte di Maccagnone, nel monte Bongo, e le Grotte di Carburaticeli dai cui depositi il Gemmellaro dimostrò che le iene e l'orso speleo vissero qui contemporaneamente coll'uomo e che la costa si sollevò a grado a grado, come abbiam visto, nell'epoca post-terziaria,
Coli, elett. Partinico — Dioc. Palermo — P2 T, e Str. ferr. Palermo-Partinico.
Capaci (2909 ab.). — A 7 chilometri da Carini a piè di una magnifica parete di roccie rosse alla base del monte Zacàti. Dopo passato un lungo ed angusto dorsale dì roccie, uno scollo nelle colline a sinistra lascia vedere la cresta di monte Cuccio, non quale si vede da Palermo, ma una lunga e brulla montagna sul cui dorso serpeggia l'alta strada a Carini. Poco appresso osservasi l'anfiteatro singolare scavato dalla natura nei pendii di monte Zacàti. L'oggetto più saliente ò ora l'isolato Colle Orvina che s'erge repente dalla pianura con precipizi. Olio, sommaeco, manna, carubbe, molti fichi d'India. Cave di pietra dolce.
Cenni storici. — Fu feudo della famiglia Pilo.
Coli, elett. Monreale — Dioc. Palermo — P2 T.
Ginisi (5484 ab.). — Grosso, ridente e popoloso borgo, a 11 chilometri da Carini con 1010 case, situato in amena pianura presso la spiaggia orientale del golfo di Castellammare e, presso la cosidetta pinta dell' Uomo Morto, promontorio del suddetto golfo. Abbondanza di viti, ulivi, agrumi, sommacco ; i frassini che crescono nel suo territorio danno gran copia di una scelta manna di cui si fa un commercio attivo. Gran pesca principalmente di tonni che esportansi con gli altri prodotti. Cinisi esisteva sin dai tempi dei Normanni.
Da Cinisi non dista gran fatto Ziicco, podere con vasti vigneti del duca d'Aumale, ove fabbricasi il famoso vino Zncco; e, traversato il fiume Nocella, si arriva a Partinico.
Coli, elett. Partinico — Dioc. Monreale — P2 T.
Isola delle Femmine (1927 ab.). — È un'isoletta rocciosa a un chilometro circa dalla spiaggia; essa fa parte dell'arcipelago siciliano. Vi sorge in vetta una torre quadrata in rovine in cui fu ucciso, nel 1000, il celebre avventuriere Gotisone che spacciavasi per Don Sebastiano, re di Portogallo, morto o smarrito nel 1578 alla battaglia d'Alcazar in Africa. Si era creduto erroneamente che esistesse su quest'isola la città edificata dai Fenici col nome di Moti a, la quale sì trovava invece sull'isola San Pantaleo nelle coste occidentali. La bella baia è confinata a ovest dalla lunga catena di montagne Longa, oltre la quale stendesi nel lontano orizzonte il promontorio indistinto di San Vito.
Coli, elett. Monreale — Dioc. Monreale — P2 T. e Str. ferr. Palermo-Trapani.
Terrasìni Favarotta (6131 ab.). — Grosso borgo a 10 chilometri da Carini con caseggiato sparso sopra amene colline e capoluogo che stendesi sulla spiaggia, in suolo fertile e in aria salubre. Varie chiese e altri edilizi pubblici e privati di bell'aspetto. Frumento, olio, manna, segale, avena, legumi e frutta. Gli abitanti dànno opera alla pesca e alla navigazione e il cabotaggio nel porto non è privo d'importanza. Coli, elett. Partinico — Dioc. Monreale — P T, e Str. ferr. Palenno-Partinieo.
Torretta (-4033 ab.), — In piano e in colle, in territorio fertilissimo, bagnato dal Tirreno, a 7 chilometri da Carini. Molti prodotti agrarii fra cui olio, sommacco e manna copiosissima. Boschi, pascoli, bestiame grosso e minuto.
Cenni storici. — Fu feudo dei Tornasi principi di Lampedusa.
Coli, elett, Monreale — Dioc. Monreale — P2 ivi, T. a Carini.