Mandainenti e Comuni dol Circondario di Palermo
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Sulla cosla vicina a est di Porticello, presso la Toiniara di Solunto, stava il porto antico di Solunto, e non lungi dalla stazione di Santa Flavia furono rinvenuti alcuni sepolcri fenicio-cartaginesi. Verso est ergesi sulla marina il castello di Solunto che serba ancora avanzi medioevali e rappresento reiteratamente una parte nell'istoria, ad esempio sotto la regina Bianca.
Di Solunto chi fosse vago saper più avanti consulti: Cenni sulla distrutta Solunto di Vincenzo Morlillaro, marchese di Villarena, nel voi. n delle sue opere: Storia letteraria di Sicilia, voi. i, p. 5; Antichità di Sicilia, voi. v, pel duca ili Serradifalco.
Mandamento di CARINI (comprende 6 Comuni, popol. 32,281 ab.). — Territorio ubertoso e producente in copia granaglie, riso e regolizia, di Cui si fa commercio d'esportazione. Nel luogo detto Carubella è una sorgente d'acqua solfurea.
Carini (11,797 ab.). — Dalla stazione centrale di Palermo la ferrala descrive un'ampia curva, traversa l'Orcto e procede verso nord-ovest a Lollm stazione suburbana. quindi a San Lorenzo appiè del monte Pellegrino, sfiora la base del monte Billiemi e giunge a Tommaso Natale in una depressione fra codesto monte e monte Gallo, con a nord-ovest la bella baia di Mondello. La strada ferrata piega quindi verso ovest a Sferracavallo, villaggio peschereccio, traversa Isola delle Femmine, Capaci e giunge a Carini, capoluogo del mandamento omonimo. La «piale è una delle più attraenti città provinciali della Sicilia, edificala sopra una collina alle cui falde stendesi un'ampia pianura cinta di alti poggi. Il suo aspetto pittoresco è grandemente accresciuto dal suo castello feudale sul ciglione della roccia che sopragiudica la pianura. Fu costruito nel secolo XIV da Manfredi Chiaramente. La porta esterna è alta, angusta e a seslo aculo; l'interno porta la data del 1562 e gli stemmi della famiglia spaglinola La Grua, principi di Carini. Ricco Ospedale e Monte di prestilo.
(Jenni storici. La città deriva probabilmente il nome e l'origine dall'antica fccara (Hvkkara), discosta 3 chilometri circa e che sorgeva sulla costa nord-est, e credesi qua® dirimpetto all'Isola delle Femmine. Questa città sicana va debitrice della sua fama nell'istoria alla bellezza prodigiosa di una delle sue figliuole, la coitigiana Laide. Al principio della spedizione ateniese, nel 415 av. C., Nicia, veleggiando lungo codesta costa della Sicilia, sbarcò ad Iccara, ch'eia allora in guerra con Segesla, alleata degli Ateniesi, la prese, la saccheggiò e vendè gli abitanti come schiavi. Si narra che Laide non avesse allora che circa 12 armi e fosse vendala ad un mercante di Corinto che la portò nella sua città natia, ove divenne poi la donna più rinomata de' tempi suoi e della Grecia. La sua bellezza era così straordinaria che i pittori traevano da paesi lontani a ritrarne le sembianze e vuoisi che Apollo andasse in visibilio vedendola un giorno alla fontana. Ella annoverò fra i suoi amanti, vuoisi, Demostene, di cui, d'altra parte, narrasi che, udendo l'alto prezzo a cui metteva i suoi favori, esclamasse: Non compro a sì caro prezzo un. pentimento! Secondo altri però Laide la cortigiana nacque in Corinlo e Laide la schiava di Iccara, era figlia di Timandra.
Nel 900, sotto Ibraim, i Saraceni fecero stragi in Carini rovinandola; sotto i Normanni n'ebbe la signoria Rodolfo Bonello dei conti di Puglia.
Nella storia della rivoluzione siciliana del 1800 Carini ha una pagina gloriosa insieme e luttuosa. Il 18 aprile circa 2000 Borbonici, sotto il comando dei generali Cataldo e Gutteniberg, assalirono nelle sue vicinanze i patrioti siciliani insorti. Questi, divisi in due colonne, venuti alle prese col vanguardo nemico, lo volsero in fuga; ma, sopraggiunto il grosso dei Borbonici, si sparpagliarono e quantunque male armati sostennero per olire un'ora con valore incredibile un accanito combattimento. Ma avendo i regii ricevuto, in quel mezzo, molti rinforzi, gli insorti furono costretti a ritirarsi a Partinico dopo aver perduto circa 200 uomini mentre